Con il carattere corsivo sono indicate le modifiche introdotte dalla L.R. 02/08/2002 n. 7 |
Con il carattere grassetto sono indicate le modifiche introdotte dalla L.R. 19/05/2003 n. 7 |
Con questo colore sono indicate le parti soppresse dalla L.R.19/05/2003 n. 7 |
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Con questo carattere sono riportati gli articoli coordinati ed aggiornati alla L.R. 21/08/2007 n. 20 |
Con questa evidenziazione sono riportati le parti sostituite o soppresse dalla L.R. 21/08/2005 n.20 |
1.
I requisiti
di idoneità tecnica e finanziaria per l'ammissione alle procedure
di affidamento dei lavori ai soggetti di cui all'articolo 10, comma 1, lettere
b) e c), devono essere posseduti e comprovati dagli stessi secondo quanto
previsto dal decreto del
Presidente del Consiglio dei ministri 10 gennaio 1991, n. 55, o dal
regolamento di cui all'articolo 8, comma 2, della presente legge, salvo che per
i requisiti relativi alla disponibilità delle attrezzature e dei mezzi d'opera,
nonché all'organico medio annuo, che sono computati cumulativamente in capo al
consorzio ancorché posseduti dalle singole imprese consorziate.
1.
Si intendono per consorzi stabili quelli, in possesso, a norma dell'articolo
11,
dei requisiti previsti dagli articoli 8 e
9, formati da non meno di tre
consorziati che, con decisione assunta dai rispettivi organi deliberativi,
abbiano stabilito di operare in modo congiunto nel settore dei lavori pubblici,
per un periodo di tempo non inferiore a cinque anni, istituendo a tal fine una
comune struttura di impresa.
2.
Il regolamento detta le norme per l'iscrizione fino al 31 dicembre 1999 dei
consorzi stabili all'Albo nazionale dei costruttori. Il medesimo regolamento
stabilisce altresì le condizioni ed i limiti alla facoltà del consorzio di
eseguire i lavori anche tramite affidamento ai consorziati, fatta salva la
responsabilità solidale degli stessi nei confronti del soggetto appaltante o
concedente; stabilisce inoltre i criteri di attribuzione ai consorziati dei
requisiti economico-finanziari e tecnico-organizzativi maturati a favore del
consorzio in caso di scioglimento dello stesso, purché ciò avvenga non oltre
sei anni dalla data di costituzione.
3.
Il regolamento di cui all'articolo 8, comma 2, detta le norme per l'applicazione
del sistema di qualificazione di cui al medesimo articolo 8 ai consorzi stabili
e ai partecipanti ai consorzi medesimi.
4.
Ai consorzi stabili si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni di cui
al capo II del titolo X del libro quinto del codice civile, nonché l'articolo
18 della legge 19 marzo 1990, n. 55, come modificato dall'articolo 34 della
presente legge.
5.
È vietata la partecipazione alla medesima procedura di affidamento dei lavori
pubblici del consorzio stabile e dei consorziati. In caso di inosservanza di
tale divieto si applica l'articolo
353 del codice penale. E' vietata la partecipazione a più di un consorzio
stabile.
6.
Tutti gli atti relativi ai consorzi di cui al comma 1, previsti all'articolo 4
della parte I della tariffa allegata al testo unico delle disposizioni
concernenti l'imposta di registro, approvato con decreto del Presidente della
Repubblica 26 aprile 1986, n. 131, e successive modificazioni, sono soggetti
alle imposte di registro, ipotecarie e catastali in misura fissa. Non è dovuta
la tassa sulle concessioni governative posta a carico delle società ai sensi
dell'articolo 3, commi 18 e 19, del decreto-legge 19 dicembre 1984, n. 853,
convertito, con modificazioni, dalla legge 17 febbraio 1985, n. 17, e successive
modificazioni.
7.
Le plusvalenze derivanti da conferimenti di beni effettuati negli enti di cui al
comma 1 non sono soggette alle imposte sui redditi.
8.
I benefìci di cui ai commi 6 e 7 si applicano fino al 31 dicembre 1997.
8-bis. Ai sensi dell'articolo 6 della L.r. 7/2003 "sono aggiunti i commi 8-bis e 8-ter come (introdotti dall’articolo 7, comma 1, lettera e) della legge 1 agosto 2002 n. 166"). Ai fini della partecipazione del consorzio stabile alle gare per l’affidamento di lavori, la somma delle cifre d’affari in lavori realizzate da ciascuna impresa consorziata, nel quinquennio antecedente la data di pubblicazione del bando di gara, è incrementata di una percentuale della somma stessa. Tale percentuale è pari al 20 per cento nel primo anno; al 15 per cento nel secondo anno; al 10 per cento nel terzo anno fino al compimento del quinquennio.
8-ter. Il consorzio stabile si qualifica sulla base delle qualificazioni possedute dalle singole imprese consorziate. La qualificazione è acquisita con riferimento ad una determinata categoria di opera generale o specializzata per la classifica corrispondente alla somma di quelle possedute dalle imprese consorziate. Per la qualificazione alla classifica di importo illimitato, è in ogni caso necessario che almeno una tra le imprese consorziate già possieda tale qualificazione ovvero che tra le imprese consorziate ve ne siano almeno una con qualificazione per classifica VII ed almeno due con classifica V o superiore, ovvero che tra le imprese consorziate ve ne siano almeno tre con qualificazione per classifica VI. Per la qualificazione per prestazioni di progettazione e costruzione, nonché per la fruizione dei meccanismi premiali di cui all’articolo 8, comma 5, lettera e), è in ogni caso sufficiente che i corrispondenti requisiti siano posseduti da almeno una delle imprese consorziate. Qualora la somma delle classifiche delle imprese consorziate non coincida con una delle classifiche di cui all’articolo 3 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 25 gennaio 2000, n. 34, la qualificazione è acquisita nella classifica immediatamente inferiore o in quella immediatamente superiore alla somma delle classifiche possedute dalle imprese consorziate, a seconda che tale somma si collochi rispettivamente al di sotto, ovvero al di sopra o alla pari della metà dell’intervallo tra le due classifiche.
[9.
Ai fini della partecipazione del consorzio stabile alle gare per l'affidamento
di lavori, la somma delle cifre d'affari in lavori realizzate da ciascuna impresa
consorziata, nel triennio antecedente la data di pubblicazione del bando di
gara, è incrementata di una percentuale pari al 10 per cento per ogni anno fino
al terzo.
10.
Il consorzio stabile si qualifica sulla base delle qualificazioni possedute
dalle singole imprese consorziate. La qualificazione è acquisita con riferimento
ad una determinata categoria di opera generale o specializzata per la classifica
corrispondente alla somma di quelle possedute dalle imprese consorziate. Per
la qualificazione alla classifica di importo illimitato è in ogni caso necessario
che almeno una tra le imprese consorziate già possieda tale qualificazione.
Qualora la somma delle classifiche delle imprese consorziate non coincida con
una delle classifiche di cui al decreto del Presidente della Repubblica 25 gennaio
2000, n. 34, la qualificazione è acquisita nella classifica immediatamente inferiore
o in quella immediatamente superiore alla somma delle classifiche possedute
dalle imprese consorziate, a seconda che tale somma si collochi rispettivamente
al di sotto, ovvero al di sopra o alla pari della metà dell'intervallo tra le
due classifiche].
Note
all’art. 12.
●Il
testo dell’all'articolo 4 della parte I della tariffa allegata al testo unico
delle disposizioni concernenti l'imposta di registro, approvato con decreto del
Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n. 131 è stato pubblicato nella
G.U. del 30 aprile 1986, n. 99.
1.
La partecipazione alle procedure di affidamento delle associazioni temporanee e
dei consorzi di cui all'articolo 10, comma 1, lettere d) ed e), è ammessa a
condizione che il mandatario o il capogruppo, nonché gli altri partecipanti,
siano già in possesso dei requisiti di qualificazione, accertati e attestati ai
sensi dell'articolo 8, per la quota percentuale indicata nel regolamento di cui
al medesimo articolo 8, comma 2, per ciascuno di essi in conformità a quanto
stabilito dal decreto del
Presidente del Consiglio dei ministri 10 gennaio 1991, n. 55.
2.
L'offerta dei concorrenti associati o dei consorziati di cui al comma 1
determina la loro responsabilità solidale nei confronti dell'Amministrazione
nonché nei confronti delle imprese subappaltanti e dei fornitori. Per gli
assuntori di lavori scorporabili la responsabilità è limitata all'esecuzione
dei lavori di rispettiva competenza, ferma restando la responsabilità solidale
del mandatario o del capogruppo.
3.
Per le associazioni temporanee di tipo verticale i requisiti di cui agli
articoli 8 e 9, sempre che siano frazionabili, devono essere posseduti dal
mandatario o capogruppo per i lavori della categoria prevalente e per il
relativo importo; per i lavori scorporati ciascun mandante deve possedere i
requisiti previsti per l'importo della categoria dei lavori che intende assumere
e nella misura indicata per il concorrente singolo.
4.
È fatto divieto ai concorrenti di partecipare alla gara in più di
un'associazione temporanea o consorzio di cui all'articolo 10, comma 1, lettere
d) ed e) ovvero di partecipare alla gara anche in forma individuale qualora
abbia partecipato alla gara medesima in associazione o consorzio. I consorzi di
cui all'articolo 10, comma 1, lettere b) e c), sono tenuti ad indicare, in sede
di offerta, per quali consorziati il consorzio concorre; a questi ultimi è
fatto divieto di partecipare, in qualsiasi altra forma, alla medesima gara.
5.
È consentita la presentazione di offerte da parte dei soggetti di cui
all'articolo 10, comma 1, lettere d) ed e), anche se non ancora costituiti. In
tal caso l'offerta deve essere sottoscritta da tutte le imprese che
costituiranno i raggruppamenti o i consorzi e contenere l'impegno che, in caso
di aggiudicazione della gara, le stesse imprese conferiranno mandato collettivo
speciale con rappresentanza ad una di esse, da indicare in sede di offerta e
qualificata come capogruppo, la quale stipulerà il contratto in nome e per
conto proprio e delle mandanti.
5-bis.
È vietata l'associazione in partecipazione. È vietata qualsiasi modificazione
alla composizione delle associazioni temporanee e dei consorzi di cui
all'articolo 10, comma 1, lettere d) ed e), rispetto a quella risultante
dall'impegno presentato in sede di offerta.
6.
L'inosservanza dei divieti di cui al comma 5 comporta l'annullamento
dell'aggiudicazione o la nullità del contratto, nonché l'esclusione dei
concorrenti riuniti in associazione o consorzio di cui al comma 1 concomitanti o
successivi alle procedure di affidamento relative ai medesimi lavori.
7. Qualora nell'oggetto dell'appalto o della concessione rientrino, oltre ai lavori prevalenti, opere per le quali sono necessari lavori o componenti di notevole contenuto tecnologico o di rilevante complessità tecnica, quali strutture, impianti ed opere speciali, e qualora [ciascuna] una o più di tali opere superi altresì in valore il 15 per cento dell'importo totale dei lavori, esse non possono essere affidate in subappalto e sono eseguite esclusivamente dai soggetti affidatari. In tali casi, i soggetti che non siano in grado di realizzare le predette componenti sono tenuti a costituire, ai sensi del presente articolo, associazioni temporanee di tipo verticale, disciplinate dal regolamento che definisce altresì l'elenco delle opere di cui al presente comma. Per le medesime speciali categorie di lavori, che siano indicate nel bando di gara, il subappalto, ove consentito, non può essere artificiosamente suddiviso in più contratti.
8.
Per associazione temporanea di tipo verticale si intende una riunione di
concorrenti di cui all'articolo 10, comma 1, lettera d), nell'ambito della quale
uno di essi realizza i lavori della o delle categorie prevalenti; per lavori
scorporabili si intendono lavori non appartenenti alla o alle categorie
prevalenti e così definiti nel bando di gara, assumibili da uno dei mandanti.
Vedi:
Consiglio di Stato, sez. IV, 19 ottobre 2004, n. 6701 (conferma T.A.R.
Lazio, Roma, sez. I-bis, n. 7088 del 2002)
Il divieto di subappalto ex art. 13, comma 7, legge n. 109 del 1994, non è
applicabile a tutte le opere generali.
E' illegittima l'esclusione di un concorrente non qualificato nella categoria
scorporabile OG11 che abbia dichiarato in sede di gara di voler subappaltare le
relative lavorazioni.
[1.
L'attività di realizzazione dei lavori di
cui alla presente legge si
svolge sulla base di un programma triennale e di suoi aggiornamenti annuali
che i soggetti di cui alla lettera a) del comma 2 dell'articolo 2 predispongono
ed approvano, nel rispetto del documento di programmazione economico-finanziaria
di cui all'articolo
2 della legge regionale 27 aprile 1999, n. 10 e degli
altri strumenti programmatori pubblici che interessino il loro operare e della
normativa urbanistica, unitamente all'elenco dei lavori da realizzare nell'anno
stesso. Per le opere di competenza dell'Amministrazione regionale, il Presidente
della Regione e ciascun Assessore regionale predispongono il programma tenendo
conto anche di quanto proposto dagli uffici periferici.
2.
Il programma triennale costituisce momento attuativo di studi di fattibilità
e di identificazione e quantificazione dei propri bisogni che i soggetti di
cui alla lettera a) del comma 2 dell'articolo 2 predispongono nell'esercizio
delle loro autonome competenze e, quando esplicitamente previsto, di concerto
con altri soggetti, in conformità agli obiettivi assunti come prioritari. Gli
studi individuano i lavori strumentali al soddisfacimento dei predetti bisogni,
indicano le caratteristiche funzionali, tecniche, gestionali ed economico-finanziarie
degli stessi e contengono l'analisi dello stato di fatto di ogni intervento
nelle sue eventuali componenti storico-artistiche, architettoniche, paesaggistiche,
e nelle sue componenti di sostenibilità ambientale, socio-economiche, amministrative
e tecniche. In particolare le amministrazioni aggiudicatrici individuano con
priorità i bisogni che possono essere soddisfatti tramite la realizzazione di
lavori finanziabili con capitali privati, in quanto suscettibili di gestione
economica. Lo schema di programma triennale e i suoi aggiornamenti annuali sono
resi pubblici, prima della loro approvazione, mediante affissione nella sede
dei soggetti di cui alla lettera a) del comma 2 dell'articolo 2 per almeno trenta
giorni consecutivi.
3. Il programma triennale deve prevedere opere munite di progettazione almeno preliminare; deve, altresì, prevedere un ordine di priorità tra le categorie di lavori, nonché un ulteriore ordine di priorità all'interno di ogni categoria. In ogni categoria sono comunque prioritari i lavori di manutenzione, di recupero del patrimonio esistente, di completamento dei lavori già iniziati, nonché gli interventi per i quali ricorra la possibilità di finanziamento con capitale privato maggioritario. Sono escluse dal programma triennale le opere di manutenzione ordinaria.
4.
Nel programma triennale sono altresì indicati i beni immobili pubblici che,
al fine di quanto previsto all'articolo 19, commi 6 e 16, possono essere oggetto
di diretta alienazione anche del solo diritto di superficie, previo esperimento
di una gara; tali beni sono classificati e valutati anche rispetto ad eventuali
caratteri di rilevanza storico-artistica, architettonica, paesaggistica e ambientale
e ne viene acquisita la documentazione catastale e ipotecaria.
5.
I soggetti di cui al comma 1 nel dare attuazione ai lavori previsti dal programma
triennale devono rispettare le priorità ivi indicate. Sono fatti salvi gli interventi
imposti da eventi imprevedibili o calamitosi, nonché le modifiche dipendenti
da sopravvenute disposizioni di legge o regolamentari ovvero da altri atti amministrativi
adottati a livello statale o regionale.
6. L'inclusione di un lavoro nell'elenco annuale di cui al comma 1 è subordinata]
1. L'attività di realizzazione dei lavori di cui alla presente legge di singolo importo superiore a 100.000 euro si svolge sulla base di un programma triennale e di suoi aggiornamenti annuali che i soggetti di cui all'articolo 2, comma 2, lettera a), predispongono ed approvano, nel rispetto dei documenti programmatori, già previsti dalla normativa vigente, e della normativa urbanistica, unitamente all'elenco dei lavori da realizzare nell'anno stesso.
2. Il programma triennale costituisce momento attuativo di studi di fattibilità e di identificazione e quantificazione dei propri bisogni che i soggetti di cui al comma 1 predispongono nell'esercizio delle loro autonome competenze e, quando esplicitamente previsto, di concerto con altri soggetti, in conformità agli obiettivi assunti come prioritari. Gli studi individuano i lavori strumentali al soddisfacimento dei predetti bisogni, indicano le caratteristiche funzionali, tecniche, gestionali ed economico-finanziarie degli stessi e contengono l'analisi dello stato di fatto di ogni intervento nelle sue eventuali componenti storico-artistiche, architettoniche, paesaggistiche, e nelle sue componenti di sostenibilità ambientale, socio-economiche, amministrative e tecniche. In particolare le amministrazioni aggiudicatrici individuano con priorità i bisogni che possono essere soddisfatti tramite la realizzazione di lavori finanziabili con capitali privati, in quanto suscettibili di gestione economica. Lo schema di programma triennale e i suoi aggiornamenti annuali sono resi pubblici, prima della loro approvazione, mediante affissione nella sede dei soggetti di cui all'articolo 2, comma 2, lettera a), per almeno sessanta giorni consecutivi. (ai sensi dell'art. 4 della L.R. 16 del 29/11/05 Nei comuni con popolazione inferiore a cinquemila abitanti, il periodo di affissione dello schema di cui al presente comma è limitato a trenta giorni consecutivi)
3. Il programma triennale deve prevedere un ordine di priorità. Nell'ambito
di tale ordine sono da ritenere comunque prioritari i lavori di manutenzione,
di recupero del patrimonio esistente, di completamento dei lavori già iniziati,
i progetti esecutivi approvati, nonché gli interventi per i quali ricorra la
possibilità di finanziamento con capitale privato maggioritario.
4. Nel programma triennale sono altresì indicati i beni immobili pubblici che,
al fine di quanto previsto all'articolo 19, comma 5-ter, possono essere oggetto
di diretta alienazione anche del solo diritto di superficie, previo esperimento
di una gara; tali beni sono classificati e valutati anche rispetto ad eventuali
caratteri di rilevanza storico-artistica, architettonica, paesaggistica e ambientale
e ne viene acquisita la documentazione catastale e ipotecaria.
5. I soggetti di cui al comma 1 nel dare attuazione ai lavori previsti dal programma
triennale devono rispettare le priorità ivi indicate. Sono fatti salvi gli interventi
imposti da eventi imprevedibili o calamitosi, nonché le modifiche dipendenti
da sopravvenute disposizioni di legge o regolamentari ovvero da altri atti amministrativi
adottati a livello statale o regionale.
6. L'inclusione di un lavoro nell'elenco annuale di cui al comma 1 è subordinata,
per i lavori di importo inferiore a 1.000.000 di euro, alla previa approvazione
di uno studio di fattibilità e, per i lavori di importo pari o superiore a 1.000.000
di euro, alla previa approvazione della progettazione preliminare, redatta ai
sensi dell'articolo 16, salvo che per i lavori di manutenzione, per i quali
è sufficiente l'indicazione degli interventi accompagnata dalla stima sommaria
dei costi.
7.
Un lavoro può essere inserito nell'elenco annuale, limitatamente ad uno o più
lotti, purché con riferimento all'intero lavoro sia stata elaborata la
progettazione almeno preliminare e siano state quantificate le complessive
risorse finanziarie necessarie per la realizzazione dell'intero lavoro. In ogni
caso l'amministrazione nomina, nell'ambito del personale ad esso addetto, un
soggetto idoneo a certificare la funzionalità, fruibilità e fattibilità di
ciascun lotto.
8.
I progetti dei lavori degli enti locali ricompresi nell'elenco annuale devono
essere conformi agli strumenti urbanistici vigenti o adottati. Per motivate
ragioni di pubblico interesse si applicano le disposizioni dei commi 4 e 5 dell'articolo
1 della legge 3 gennaio 1978, n. 1 e successive modificazioni; del comma
5 dell'articolo 34 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; dell'articolo
7 della legge regionale 11 aprile 1981, n. 65 e dell'articolo
89, della legge regionale 3 maggio 2001, n. 6.
9.
L'elenco annuale predisposto dalle amministrazioni aggiudicatrici deve essere
approvato unitamente al bilancio preventivo, di cui costituisce parte integrante,
e deve contenere l'indicazione dei mezzi finanziari stanziati sullo stato di
previsione o sul proprio bilancio, ovvero disponibili in base a contributi o
risorse dello Stato, o di altri enti pubblici, già stanziati nei rispettivi
stati di previsione o bilanci, nonché
acquisibili ai sensi dell'articolo
3 del decreto legge 31 ottobre 1990, n. 310, convertito, con modificazioni,
dalla legge 22 dicembre 1990, n. 403, e successive modificazioni. Un'opera non
inserita nell'elenco annuale può essere realizzata solo sulla base di un autonomo
piano finanziario che non utilizzi risorse già previste tra i mezzi finanziari
dell'amministrazione al momento della formazione dell'elenco, fatta eccezione
per le risorse resesi disponibili a seguito di ribassi d'asta o di economia.
Agli enti locali territoriali si applicano le disposizioni previste dal decreto
legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e successive modificazioni ed integrazioni.
10.
Le disposizioni di cui al comma 9 non si applicano all'Amministrazione
regionale.
11.
I lavori non ricompresi nell'elenco annuale o non ricadenti nelle ipotesi di cui
al comma 5, secondo periodo, non possono ricevere alcuna forma di finanziamento
da parte di pubbliche amministrazioni.
12.
I soggetti di cui al comma 1 sono tenuti ad adottare il programma triennale
e gli elenchi annuali dei lavori sulla base di schemi
tipo, definiti con decreto dell'Assessore regionale per i lavori pubblici
entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge. I
programmi e gli elenchi, dopo la loro adozione, sono trasmessi alla sezione
regionale dell'Osservatorio dei lavori pubblici che ne dà pubblicità.
13.
Il progetto di programma triennale deve essere inviato per il parere ai comuni
territorialmente interessati dalle opere. In sede di espressione del parere i
comuni possono formulare osservazioni entro quindici giorni dalla data di
ricevimento della medesima richiesta di parere. Trascorso tale termine il parere
si intende reso positivamente.
14.
Costituiscono parte integrante ed essenziale del programma una cartografia su
scala adeguata, che indichi la localizzazione di tutte le opere previste ed una
relazione generale, che illustri la concreta utilità di ciascuna delle opere in
rapporto alla situazione complessiva delle strutture localmente esistenti o
inserite nel programma, raffrontata all'effettivo bacino di utenza ed evidenzi
le condizioni che possono influire sulla realizzazione delle singole opere alla
stregua delle previsioni degli strumenti urbanistici e dell'eventuale esistenza
di vincoli a tutela di interessi pubblici.
15.
Il programma adottato dall'ente è trasmesso alla Presidenza della Regione e a
ciascuno degli assessorati regionali competenti a finanziare le opere inserite.
Il programma è, altresì, inviato per conoscenza alle province regionali nel
cui territorio le opere devono essere realizzate.
16.
Nell'adottare il programma, gli enti possono modificare le previsioni o l'ordine
delle priorità di quello precedente in dipendenza di nuove disposizioni
legislative o di sopravvenute circostanze di fatto, da indicare nella relativa
deliberazione, che rendano opportuno il mutamento nell'interesse pubblico,
ovvero, nel caso di elezione diretta del sindaco o del presidente della
provincia regionale, limitatamente all'adattamento del programma triennale di
opere pubbliche al programma elettorale depositato. Le modifiche richiedono il
voto favorevole della maggioranza dei presenti nella seduta dell'organo
deliberante.
17.
Restano riservati all'Amministrazione regionale i programmi delle opere
marittime e portuali che vengono formulati tenendo conto delle richieste o dei
pareri degli enti locali interessati.
18. [E' riservata all'Amministrazione regionale competente la formulazione dei programmi di opere riguardanti gli enti di culto e di formazione religiosa.] E', altresì, riservata all'Amministrazione regionale competente la programmazione degli interventi di sistemazione idraulica ed idraulico-forestale tenuto conto delle proposte degli ispettorati forestali, degli uffici del Genio civile, degli enti locali e degli enti gestori delle aree naturali protette.
19.
I soggetti di cui alla lettera a) del comma 2 dell'articolo 2 nel provvedere al
conferimento di incarichi di progettazione ed agli atti conseguenziali tendenti
alla realizzazione di opere pubbliche, si attengono all'ordine di priorità
contenuto nel programma di cui al presente articolo. In casi di particolare
urgenza gli enti possono derogare all'ordine di priorità generale, con voto
favorevole dell'organo deliberante dell'ente, purché sia in ogni caso
rispettato l'ordine relativo al settore di intervento.
Note
all’art. 14
Vedi art. 41, comma 1, della L.r. 7/2002.
Il
testo del comma 5 dell'articolo 34 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.
267è il seguente:” Art. 34. Accordi di programma. 5. Ove l'accordo comporti
variazione degli strumenti urbanistici, l'adesione del sindaco allo stesso deve
essere ratificata dal consiglio comunale entro trenta giorni a pena di decadenza.
Il
decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 - Testo unico delle leggi sull'ordinamento
degli enti locali - è stato pubblicato nella G.U.R.I.
28 settembre 2000, n. 227, S.O.
Vedi anche art. 41, comma 7, della L.r. 7/2002
1.
Salvo eventi imprevedibili o calamitosi che richiedano interventi urgenti ed
indifferibili, è vietato all'Amministrazione regionale concedere finanziamenti
a carico di fondi propri, o di cui abbia la gestione, in favore degli enti di
cui alla lettera a) del comma 2 dell'articolo 2 per la realizzazione di opere
pubbliche estranee ai programmi di cui al precedente articolo o quando la richiesta
dell'ente non ne rispetti l'ordine delle priorità.
2.
Le determinazioni assunte dall'Amministrazione regionale, nel caso di eventi
imprevedibili o calamitosi che richiedano interventi urgenti ed indifferibili,
sono pubblicate nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana.
3.
La Presidenza della Regione e ciascuno degli assessorati regionali ripartiscono
annualmente le somme disponibili per il finanziamento di opere pubbliche secondo
un programma di spesa cui possono aggiungersi altri interventi solo in caso di
economie o di sopravvenute disponibilità finanziarie. Il programma è corredato
di una relazione contenente l'elenco delle richieste di finanziamento pervenute
e l'enunciazione dei criteri di selezione delle stesse.
4.
In aderenza agli obiettivi indicati dal documento di programmazione
economico-finanziaria di cui all'articolo
2 della legge regionale 27 aprile 1999, n. 10, i programmi di spesa
identificano i settori di intervento, gli ambiti territoriali di intervento
prioritari per ciascun settore, le priorità per ogni settore ed indicano tutte
le risorse disponibili e le fonti regionali ed extra regionali che concorrono
alla formazione delle risorse.
5.
Possono essere inseriti nei programmi di spesa regionali solo opere dotate di
progetto definitivo munito di tutte le autorizzazioni e i pareri in riferimento
a detto stato di elaborazione del progetto.
6.
Le istanze di finanziamento, insieme con i programmi triennali delle opere
pubbliche, sono presentate dai soggetti interessati alla Presidenza della
Regione o ai singoli assessorati regionali in relazione alle rispettive
competenze; nelle stesse istanze deve essere specificato se per la medesima
opera è stata o sarà presentata richiesta di finanziamento ad enti diversi
dalla Regione o ad altro ramo dell'Amministrazione regionale e/o se è stato o
sarà previsto il concorso di finanza privata. Il provvedimento di ammissione a
finanziamento determina l'obbligo di presentazione del progetto esecutivo
dell'opera entro il termine di centoventi giorni, salvo rinunzia espressa.
7.
I programmi di spesa si conformano, fatti salvi i criteri determinati in piani
di settore o in disposizioni legislative attinenti alle singole categorie di
opere, ai seguenti criteri generali di selezione delle richieste pervenute:
a)
attuazione di priorità contenute nel piano di sviluppo socio-economico
regionale e nei relativi progetti di attuazione;
b)
esigenza di completamento di progetti generali di opere, parte delle quali siano
state già realizzate;
c)
realizzazione di interventi per la prevenzione del rischio sismico;
d)
recupero del patrimonio edilizio esistente;
e)
equa ripartizione territoriale dei finanziamenti.
8.
Nel programma di spesa ciascun progetto è sempre finanziato per intero. E'
tuttavia possibile il finanziamento di progetti che, pur facendo parte di un
più ampio progetto generale, siano già dotati di una distinta funzionalità e
prevedano la realizzazione di opere autonomamente fruibili da parte degli
utenti.
9.
I programmi di cui al presente articolo devono essere pubblicati senza oneri
nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana.
10.
L'insieme dei programmi deve comprendere l'intera disponibilità offerta dal
bilancio regionale e da risorse finanziarie gestite dalla Presidenza della
Regione o dagli assessorati regionali. I programmi devono assicurare che una
parte delle disponibilità possa essere impiegata per la copertura di eventuali
maggiori spese emergenti dalla progettazione esecutiva. Restano estranei ai
programmi di cui al presente articolo le somme destinate ad interventi imposti
da eventi imprevedibili o calamitosi, nonché le modifiche dipendenti da
sopravvenute disposizioni di legge o di regolamenti ovvero da altri atti
amministrativi adottati a livello statale o regionale.
11.
La Presidenza della Regione e ciascuno degli assessorati regionali provvedono
con decreto al finanziamento delle singole opere dopo l'approvazione del
progetto esecutivo, che l'ente deve inoltrare corredato degli atti che
comprovano la realizzabilità dell'opera alla stregua della normativa
urbanistica nonché la positiva acquisizione delle autorizzazioni e dei pareri
ivi compresi quelli relativi alla eventuale valutazione di impatto ambientale
richiesti dalle leggi vigenti. Si ha riguardo all'approvazione del progetto
definitivo quando la gara deve essere bandita sul progetto medesimo.
Contestualmente al finanziamento viene disposto l'accreditamento delle somme
occorrenti per i pagamenti che si prevede debbano essere effettuati entro
l'esercizio finanziario.
12.
Qualora gli enti destinatari dei finanziamenti disposti dall'Amministrazione
regionale non provvedano ad avviare le procedure per l'appalto dei lavori entro
tre mesi dalla comunicazione del decreto di finanziamento, l'Assessore regionale
che ha concesso il finanziamento provvede senza necessità di diffida alla
nomina di un commissario "ad acta" per gli adempimenti di competenza e
per quelli relativi alla stipula del contratto d'appalto e per la consegna dei
lavori.
13.
Le somme corrispondenti ai ribassi d'asta dei lavori finanziati dall'Amministrazione
regionale con fondi propri
affluiscono per il cinquanta per cento in entrata del bilancio degli enti
appaltanti di cui alla lettera a) del comma 2 dell'articolo 2 in apposito capitolo
"Fondo di rotazione" per l'anticipazione delle spese professionali
e tecniche per la progettazione, per lo studio geologico e per gli altri studi
ed indagini necessarie, il cui importo è reintegrato al momento del finanziamento
dell'opera; il restante cinquanta per cento è iscritto in appositi capitoli
da istituirsi negli stati di previsione della spesa del ramo di Amministrazione
regionale che ha disposto il finanziamento per essere utilizzato,
[per
il funzionamento e per la nomina dei consulenti della Conferenza speciale di
cui all'articolo 7 bis e]
ove necessario, per il finanziamento di eventuali perizie di variante
e suppletive dei lavori entro il limite previsto dalla vigente normativa nonché
14.
Nel caso di opere ricadenti in comuni con popolazione non superiore a cinquemila
abitanti e per i comuni delle isole minori la percentuale dei ribassi d'asta che
affluisce in entrata nel bilancio dei comuni stessi, nell'apposito capitolo
"Fondo di rotazione" per le finalità previste dal comma 12, è pari
al 60 per cento.
15.
Al compimento dell'intera opera entro i termini contrattuali, i fondi residui,
destinati ai finanziamenti e alla realizzazione della stessa ed economizzati,
costituiscono avanzo di amministrazione vincolato da utilizzare per il
finanziamento di spese in conto capitale dei bilanci degli enti appaltanti o per
impinguare il capitolo di bilancio relativo al "Fondo di rotazione"
per le spese di progettazione di cui al comma 12.
(1) Nota all'art.14 bis, comma 13: Vedi CIRCOLARE ASSESSORATO DEL BILANCIO E DELLE FINANZE 22 luglio 2003, n. 20 "Legge regionale 19 maggio 2003, n. 7. Modifiche al comma 13, art. 14 bis, legge 11 febbraio 1994, n. 109, recepita con modifiche ed integrazioni con legge regionale 2 agosto 2002, n. 7 - Ribassi d'asta dei lavori finanziati dall'Amministrazione regionale.
1.
Nell'ambito dei lavori di predisposizione del programma triennale, nonché per
quelli di aggiornamento annuale, il Presidente della Regione o l'Assessore
regionale competente convoca una o più riunioni con le associazioni degli
imprenditori e le organizzazioni sindacali, per illustrare le scelte compiute,
le finalità delle opere nei programmi e le risorse finanziarie disponibili.
2.
Nelle riunioni di cui al comma 1, il Presidente della Regione o l'Assessore
regionale competente raccolgono le osservazioni e le proposte pervenute dagli
interlocutori che, per quanto compatibili con il programma e con i finanziamenti
disponibili, vengono riportate o nel programma triennale o in quello annuale.
3.
I soggetti di cui all'articolo 2, comma 2, lettera a), prima di inviare al
Presidente della Regione o all'Assessore regionale competente le proposte di
lavori pubblici da realizzare nel loro territorio, convocano una o più riunioni
con le associazioni imprenditoriali e le organizzazioni sindacali, per
illustrare le scelte compiute e le finalità delle opere incluse nei programmi.
4.
Nelle riunioni di cui al comma 1, i soggetti di cui all'articolo 2, comma 2,
lettera a) verificano le osservazioni e le proposte pervenute che, per quanto
compatibili con le finalità del programma triennale o di quello annuale, sono
ivi inserite.
Art.
16. Attività di studio e progettazione
1.
La progettazione si articola, nel rispetto dei vincoli esistenti, preventivamente
accertati, e dei limiti di spesa prestabiliti, secondo tre livelli di successivi
approfondimenti tecnici, in preliminare, definitiva ed esecutiva, in modo da
assicurare:
a)
la qualità dell'opera e la rispondenza alle finalità relative;
b)
la conformità alle norme ambientali e urbanistiche;
c)
il soddisfacimento dei requisiti essenziali, definiti dal quadro normativo
nazionale e comunitario.
2.
Le prescrizioni relative agli elaborati descrittivi e grafici contenute nei
commi 3, 4 e 5 sono di norma necessarie per ritenere i progetti adeguatamente
sviluppati. Il responsabile del procedimento nella fase di progettazione
qualora, in rapporto alla specifica tipologia ed alla dimensione dei lavori da
progettare, ritenga le prescrizioni di cui ai commi 3, 4 e 5 insufficienti o
eccessive, provvede a integrarle ovvero a modificarle.
2-bis.
Ove richiesto, l'attività di progettazione è preceduta da uno studio di
fattibilità che si articola in una relazione contenente:
a)
l'esposizione della fattibilità dell'intervento, le relazioni geologiche,
geotecniche, idrologiche, idrauliche e sismiche di prima approssimazione delle
aree interessate e dell'esito degli accertamenti in ordine agli eventuali
vincoli di natura storica, artistica, archeologica, paesaggistica o di qualsiasi
altra natura interferenti sulle aree o sugli immobili interessati;
b)
lo studio sui prevedibili effetti della realizzazione dell'intervento e del suo
esercizio sulle componenti ambientali e sulla salute dei cittadini.
3.
Il progetto preliminare definisce le caratteristiche qualitative e funzionali
dei lavori, il quadro delle esigenze da soddisfare e delle specifiche
prestazioni da fornire e consiste in una relazione illustrativa delle ragioni
della scelta della soluzione prospettata in base alla valutazione delle
eventuali soluzioni possibili, anche con riferimento ai profili ambientali e
all'utilizzo dei materiali provenienti dalle attività di riuso e riciclaggio,
della sua fattibilità amministrativa e tecnica, accertata attraverso le
indispensabili indagini di prima approssimazione, dei costi, da determinare in
relazione ai benefìci previsti, nonché in schemi grafici per l'individuazione
delle caratteristiche dimensionali, volumetriche, tipologiche, funzionali e
tecnologiche dei lavori da realizzare; il progetto preliminare dovrà inoltre
consentire l'avvio della procedura espropriativa.
4.
Il progetto definitivo individua compiutamente i lavori da realizzare, nel
rispetto delle esigenze, dei criteri, dei vincoli, degli indirizzi e delle
indicazioni stabiliti nel progetto preliminare e contiene tutti gli elementi
necessari ai fini del rilascio delle prescritte autorizzazioni ed approvazioni.
Esso consiste in una relazione descrittiva dei criteri utilizzati per le scelte
progettuali, nonché delle caratteristiche dei materiali prescelti e
dell'inserimento delle opere sul territorio; nello studio di impatto ambientale
ove previsto; in disegni generali nelle opportune scale descrittivi delle
principali caratteristiche delle opere, delle superfici e dei volumi da
realizzare, compresi quelli per l'individuazione del tipo di fondazione; negli
studi ed indagini preliminari occorrenti con riguardo alla natura ed alle
caratteristiche dell'opera; nei calcoli preliminari delle strutture e degli
impianti; in un disciplinare descrittivo degli elementi prestazionali, tecnici
ed economici previsti in progetto nonché in un computo metrico estimativo. Gli
studi e le indagini occorrenti, quali quelli di tipo geognostico, idrologico,
sismico, agronomico, biologico, chimico, i rilievi e i sondaggi, sono condotti
fino ad un livello tale da consentire i calcoli preliminari delle strutture e
degli impianti e lo sviluppo del computo metrico estimativo.
5.
Il progetto esecutivo, redatto in conformità al progetto definitivo, determina
in ogni dettaglio i lavori da realizzare ed il relativo costo previsto e deve
essere sviluppato ad un livello di definizione tale da consentire che ogni
elemento sia identificabile in forma, tipologia, qualità, dimensione e prezzo.
In particolare il progetto è costituito dall'insieme delle relazioni, dei
calcoli esecutivi delle strutture e degli impianti e degli elaborati grafici
nelle scale adeguate, compresi gli eventuali particolari costruttivi, dal
capitolato speciale di appalto, prestazionale o descrittivo, dal computo metrico
estimativo e dall'elenco dei prezzi unitari. Esso è redatto sulla base degli
studi e delle indagini compiuti nelle fasi precedenti e degli eventuali
ulteriori studi ed indagini, di dettaglio o di verifica delle ipotesi
progettuali, che risultino necessari e sulla base di rilievi planoaltimetrici,
di misurazioni e picchettazioni, di rilievi della rete dei servizi del
sottosuolo. Il progetto esecutivo deve essere altresì corredato da apposito
piano di manutenzione dell'opera e delle sue parti da redigersi nei termini, con
le modalità, i contenuti, i tempi e la gradualità stabiliti dal regolamento di
cui all'articolo 3.
6.
In relazione alle caratteristiche e all'importanza dell'opera, il regolamento di
cui all'articolo 3, con riferimento alle categorie di lavori e alle tipologie di
intervento e tenendo presenti le esigenze di gestione e di manutenzione,
stabilisce criteri, contenuti e momenti di verifica tecnica
dei vari livelli di progettazione.
7.
Gli oneri inerenti alla progettazione, alla direzione dei lavori, alla vigilanza
e ai collaudi, nonché agli studi e alle ricerche connessi, gli oneri relativi
alla progettazione dei piani di sicurezza e di coordinamento e dei piani
generali di sicurezza quando previsti ai sensi del decreto
legislativo 14 agosto 1996, n. 494, gli oneri relativi alle prestazioni
professionali e specialistiche atte a definire gli elementi necessari a fornire
il progetto esecutivo completo in ogni dettaglio, ivi compresi i rilievi e i
costi riguardanti prove, sondaggi, analisi, collaudo di strutture e di impianti
per gli edifici esistenti, fanno carico agli stanziamenti previsti per la
realizzazione dei singoli lavori negli stati di previsione della spesa o nei
bilanci delle amministrazioni aggiudicatrici, nonché degli altri enti
aggiudicatori o realizzatori.
8.
I progetti sono redatti in modo da assicurare il coordinamento della esecuzione
dei lavori, tenendo conto del contesto in cui si inseriscono, con particolare
attenzione, nel caso di interventi urbani, ai problemi della accessibilità e
della manutenzione degli impianti e dei servizi a rete.
9.
L'accesso per l'espletamento delle indagini e delle ricerche necessarie
all'attività di progettazione è autorizzato dal sindaco del comune in cui i
lavori sono localizzati ovvero dal prefetto in caso di opere statali.
1.
Le prestazioni relative alle attività di studio, rilievi ed indagini connesse,
progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva nonché alla direzione dei
lavori, alle funzioni dei responsabili della sicurezza, [ai
collaudi] ed agli
incarichi di supporto tecnico-amministrativo alle attività del responsabile
unico del procedimento e del dirigente competente alla formazione del programma
triennale di cui all'articolo 14, e a tutte le attività di cui alle categorie
11 e 12 dell'allegato 1A del decreto
legislativo 17 marzo 1995, n. 157 e successive modifiche ed integrazioni,
comprese le prestazioni professionali dei geologi, sono espletate:
a)
dagli uffici tecnici delle stazioni appaltanti;
b)
dagli uffici consortili di progettazione e di direzione dei lavori che i comuni,
i rispettivi consorzi ed unioni, le aziende unità sanitarie locali, i consorzi,
gli enti di industrializzazione e gli enti di bonifica possono costituire con le
modalità di cui agli articoli
2, comma 2, 30,
31 e 32 del decreto legislativo 18 giugno 2000, n. 267;
c)
dagli organismi di altre pubbliche amministrazioni di cui le singole
amministrazioni aggiudicatrici possono avvalersi per legge
o per ordinanza; per le opere marittime e portuali possono altresì avvalersi del Genio civile per le opere marittime;
d) da liberi professionisti singoli od associati nelle forme di cui alla legge 23 novembre 1939, n. 1815 e successive modificazioni, ivi compresi, con riferimento agli interventi inerenti al restauro e alla manutenzione di beni mobili e delle superfici decorate di beni architettonici, i soggetti con qualifica di restauratore di beni culturali ai sensi della vigente normativa.
sostituita con le modifiche apportate dall’articolo 7 comma 1, lettera i) della legge 1 agosto 2002 n. 166;
e)
dalle società di professionisti di cui al comma 5, lettera a);
f)
dalle società di ingegneria di cui al comma 5, lettera b);
g)
da raggruppamenti temporanei costituiti dai soggetti di cui alle lettere d),
e) ed f), ai quali si applicano le disposizioni di cui all'articolo 13 in quanto
compatibili.
g bis) da consorzi stabili di società di professionisti di cui al comma 6, lettera a) e di società di ingegneria di cui al comma 6, lettera b), anche in forma mista, formati da non meno di tre consorziati che abbiano operato congiuntamente nel settore dei servizi d ingegneria e architettura, per un periodo di tempo inferiore a cinque anni che abbiano deciso di operare in modo congiunto secondo le previsioni del comma 1 dell’articolo 12 della presente legge. È vietata la partecipazione a più di un consorzio stabile. Ai fini della partecipazione alle gare per l’affidamento di incarichi di progettazione e attività tecnico-amministrative ad essa connesse, il fatturato globale in servizi di ingegneria e architettura realizzato da ciascuna società consorziata nel quinquennio o nel decennio precedente è incrementato secondo quanto stabilito dall’articolo 12, comma 8-bis, della presente legge; ai consorzi stabili di società di professionisti e di società di ingegneria si applicano altresì le disposizioni di cui ai commi 4, 5, 6 e 7 del predetto articolo 12. modifiche apportate dall’articolo 7 comma 1, lettera i) della legge 1 agosto 2002 n. 166.
2.
I provvedimenti di affidamento concernenti la scelta degli uffici, organismi e
soggetti di cui al comma 1 nonché gli affidamenti aventi natura fiduciaria sono
di competenza:
a)
per l'Amministrazione regionale, del Presidente della Regione o dell'Assessore
regionale competente;
b)
per le altre amministrazioni o enti, dei rispettivi organi esecutivi.
3.
Gli studi e i progetti redatti dai soggetti di cui al comma 1, lettere a), b) e
c), sono firmati da dipendenti delle amministrazioni abilitati all'esercizio
della professione. I tecnici diplomati, in assenza dell'abilitazione, possono
firmare i progetti, nei limiti previsti dagli ordinamenti professionali, qualora
siano in servizio presso l'amministrazione aggiudicatrice ovvero abbiano
ricoperto analogo incarico presso un'altra amministrazione aggiudicatrice da
almeno cinque anni e risultino inquadrati in un profilo professionale tecnico e
abbiano svolto o collaborato ad attività di progettazione.
4.
Il regolamento definisce i limiti e le modalità per la stipulazione per intero,
a carico delle amministrazioni aggiudicatrici, di polizze assicurative per la
copertura dei rischi di natura professionale a favore dei dipendenti incaricati
dello studio o della progettazione
o delle altre attività previste nella presente legge.
Nel caso di affidamento
[della
progettazione] delle
medesime attività a soggetti esterni,
la stipulazione è a carico dei soggetti stessi.
5.
Si intendono per:
a)
società di professionisti le società costituite esclusivamente tra
professionisti iscritti negli appositi albi previsti dai vigenti ordinamenti
professionali, nelle forme delle società di persone di cui ai Capi II, III e IV
del Titolo V del libro quinto del Codice civile ovvero nella forma di società
cooperativa di cui al Capo I del Titolo VI del libro quinto del Codice civile,
che eseguono studi di fattibilità, ricerche, consulenze, progettazioni o
direzioni dei lavori, valutazioni di congruità tecnico-economica o studi di
impatto ambientale. I soci delle società agli effetti previdenziali sono
assimilati ai professionisti che svolgono l'attività in forma associata ai
sensi dell'articolo 1 della
legge 23 novembre 1939, n. 1815. Ai corrispettivi delle società si applica
il contributo integrativo previsto dalle norme che disciplinano le rispettive
casse di previdenza;
b)
società di ingegneria le società di capitali di cui ai Capi V, VI e VII del
Titolo V del libro quinto del Codice civile, che eseguono studi di fattibilità,
ricerche, consulenze, progettazioni o direzioni dei lavori, valutazioni di
congruità tecnico-economica o studi di impatto ambientale. Ai corrispettivi
relativi alle predette attività professionali si applica il contributo
integrativo qualora previsto dalle norme legislative che regolano la cassa di
previdenza di ciascun professionista firmatario del progetto.
6.
Il regolamento stabilisce i requisiti organizzativi e tecnici che devono
possedere le società di cui al comma 5.
7.
Indipendentemente dalla natura giuridica del soggetto affidatario dell'incarico,
lo stesso deve essere espletato da professionisti iscritti negli appositi albi
previsti dai vigenti ordinamenti professionali, personalmente responsabili e
nominativamente indicati già in sede di presentazione dell'offerta o nella
convenzione di incarico, ove lo stesso sia affidato direttamente, con la
specificazione delle rispettive qualificazioni professionali. Deve inoltre
essere indicata, sempre nell'offerta o nella convenzione di incarico, ove lo
stesso sia affidato direttamente, la persona fisica incaricata dell'integrazione
tra le varie prestazioni specialistiche. Il regolamento definisce le modalità
per promuovere la presenza anche di giovani professionisti nei gruppi
concorrenti ai bandi per l'aggiudicazione.
8.
Gli affidatari di incarichi di studio o progettazione non possono partecipare
agli appalti o alle concessioni di lavori pubblici, nonché agli eventuali
subappalti o cottimi, per i quali abbiano svolto la suddetta attività di
progettazione; ai medesimi appalti, concessioni di lavori pubblici, subappalti e
cottimi non può partecipare un soggetto controllato, controllante o collegato
all'affidatario di incarichi di progettazione. Le situazioni di controllo e di
collegamento si determinano con riferimento a quanto previsto dall'articolo
2359 del Codice civile. I divieti di cui al presente comma sono estesi ai
dipendenti dell'affidatario dell'incarico di progettazione, ai suoi
collaboratori nello svolgimento dell'incarico e ai loro dipendenti, nonché agli
affidatari di attività di supporto alla progettazione e ai loro dipendenti.
9.
Per l'affidamento degli incarichi relativi alle prestazioni di cui al comma
1, il cui importo stimato sia pari o superiore
[ai
200.000 euro, IVA esclusa]
alla
corrispondente soglia comunitaria, IVA esclusa,
si applicano le disposizioni di cui alla direttiva 92/50/CEE del Consiglio del
18 giugno 1992, ed al decreto
legislativo 17 marzo 1995, n. 157 e successive modificazioni.
10.
Per l'affidamento di incarichi relativi alle prestazioni di cui al comma 1 il
cui importo stimato sia [compreso
tra 100.000 e 200.000 euro, IVA esclusa] inferiore
alla soglia comunitaria,
si procede con gare ad evidenza pubblica disciplinate con apposito regolamento
da emanarsi entro sessanta giorni da parte del Presidente della Regione, su
proposta dell'Assessore regionale per i lavori pubblici, sentito il parere della
competente Commissione legislativa dell'Assemblea regionale siciliana. Sulla
base del predetto regolamento, l'Assessore regionale per i lavori pubblici emana
il bando tipo che deve essere adottato per l'espletamento delle gare.
(Nota: vedi anche art. 41, commi 3 e 4, della L.r. 7/2002)
11.
Per gli incarichi relativi alle prestazioni di cui al comma 1 il cui importo
stimato sia inferiore a 100.000 euro, IVA esclusa, le stazioni appaltanti
possono procedere all'affidamento a professionisti singoli o associati di loro
fiducia.
11. Per gli
incarichi relativi alle prestazioni di cui al comma 1, il cui importo stimato
sia inferiore a 100.000 euro, IVA esclusa, le stazioni appaltanti possono
procedere all'affidamento a professionisti singoli o associati di loro fiducia,
ferma restando l'effettiva competenza nel settore, oggettivamente ricavabile dai
curricula vitae, nel rispetto dei principi di non discriminazione, parità di
trattamento, proporzionalità e trasparenza.
12.
Gli enti appaltanti non possono subordinare la corresponsione dei compensi
relativi allo svolgimento della progettazione e delle attività
tecnico-amministrative ad essa connesse all'ottenimento del finanziamento
dell'opera.
13. [Ciascun ente non può conferire allo stesso professionista incarichi fiduciari che cumulativamente superino la soglia annua di 100.000 euro, IVA esclusa. In ogni caso, l'ammontare complessivo degli incarichi fiduciari in corso di espletamento da parte di ciascun professionista nell'ambito della Regione siciliana non può superare l'importo di 200.000 euro, IVA esclusa. All'accettazione dell'incarico il professionista deve produrre dichiarazione sostitutiva relativa all'ammontare degli incarichi fiduciari in corso.]
13. Ciascun ente non può affidare nel corso dell’anno solare allo stesso professionista incarichi fiduciari che cumulativamente eccedano l’importo di 100.000 euro IVA esclusa. Nel caso di incarico fiduciario a professionisti associati, ai fini del calcolo predetto, si fa riferimento alla quota attribuita ad ogni singolo professionista associato, e ciò anche nel caso di affidamento ai soggetti di cui alle lettere e) ed f) del comma 1.
14.
La stazione appaltante che ha conferito l'incarico fiduciario deve darne
adeguata pubblicità con comunicazione scritta da inviare agli ordini e collegi
professionali competenti per territorio entro trenta giorni dal conferimento
medesimo attraverso il rappresentante legale dell'ente.
15. [Gli enti appaltanti non possono conferire incarichi di studio, progettazione e direzione dei lavori a dipendenti di altri enti pubblici, ancorché autorizzati dall'ente di appartenenza]
15. Gli enti di cui all’articolo 2, comma 2, lettera a) non possono affidare incarichi di studio, di progettazione e di direzione lavori a dipendenti di uffici tecnici di altri enti pubblici, salvo che si tratti di dipendenti con rapporto di lavoro a tempo parziale, con prestazione lavorativa non superiore al 50 per cento di quella a tempo pieno, nonché di categorie di dipendenti pubblici ai quali è consentito da disposizioni speciali per lo svolgimento di attività libero–professionali.
16.
Nella convenzione stipulata fra stazione appaltante e progettista incaricato
sono previste le condizioni e le modalità per il pagamento dei corrispettivi
con riferimento a quanto previsto dagli articoli
9 e 10 della legge 2 marzo 1949, n. 143, e successive modificazioni.
17. Nel caso di affidamento di incarichi di progettazione ai sensi del comma 1, l'attività di direzione dei lavori è affidata, con priorità rispetto ad altri professionisti esterni, al progettista incaricato. In tal caso il conteggio effettuato per stabilire l'importo stimato, ai fini dell'affidamento dell'incarico di progettazione, deve comprendere l'importo della direzione dei lavori.
17. Nel caso in cui il valore delle attività
di progettazione e direzione lavori superi complessivamente la soglia di
applicazione della direttiva comunitaria in materia, l'affidamento diretto della
direzione dei lavori al progettista è consentito soltanto ove espressamente
previsto dal bando di gara della progettazione.
17bis. Per le opere degli enti ecclesiastici, il responsabile unico del
procedimento è nominato tra i dipendenti degli enti ecclesiastici stessi aventi
i requisiti di legge, e solo in caso di comprovata assenza, dagli enti locali
attuatori.
(parte eliminata LR 20/07)(parte introdotta LR 20/07
18.
Quando la prestazione riguardi la progettazione di lavori di particolare
rilevanza sotto il profilo architettonico, ambientale, storico-artistico e
conservativo, nonché tecnologico, le stazioni appaltanti valutano in via
prioritaria la opportunità di applicare la procedura del concorso di
progettazione o del concorso di idee. A tali concorsi si applicano le
disposizioni in materia di pubblicità previste dal decreto
legislativo 17 marzo 1995, n. 157, e successive modificazioni.
19.
I corrispettivi delle attività di progettazione sono calcolati, ai fini della
determinazione dell'importo da porre a base dell'affidamento, applicando le
aliquote che il Ministro di giustizia, di concerto con il Ministro delle infrastrutture
determina, con proprio decreto, ripartendo in tre aliquote percentuali la somma
delle aliquote attualmente fissate, per i livelli di progettazione, dalle tariffe
in vigore per i medesimi livelli. Con lo stesso decreto sono rideterminate le
tabelle dei corrispettivi a percentuale relativi alle diverse categorie di lavori,
anche in relazione ai nuovi oneri finanziari assicurativi, e la percentuale
per il pagamento dei corrispettivi per le attività di supporto di cui all'articolo
7, comma 5, nonché le attività del responsabile di progetto e le attività dei
coordinatori in materia di sicurezza introdotti dal decreto legislativo
14
agosto 1996, n. 494.
20.
I corrispettivi determinati in conformità al decreto ministeriale 4 aprile 2001
e, per quanto in esso non previsto, alla legge 2 marzo 1949, n. 143, e sue
modifiche ed integrazioni
ovvero ai provvedimenti normativi concernenti
l’aggiornamento degli onorari spettanti agli ingegneri ed agli architetti, sono minimi inderogabili ai sensi dell'ultimo comma
dell'articolo unico
della legge 4 marzo 1958, n. 143, introdotto dall'articolo unico della legge
5 maggio 1976, n. 340. Ogni patto contrario è nullo.
20 bis. Per l'affidamento degli
incarichi relativi alle restanti prestazioni di cui al comma 1, il cui importo
stimato sia inferiore alla soglia comunitaria, i corrispettivi sono determinati
facendo riferimento alle tariffe professionali di appartenenza.
21.
In tutti gli affidamenti di cui al presente articolo l'affidatario può
avvalersi del subappalto, per la propria area di competenza, limitatamente alle
attività relative alle indagini geologiche, geotecniche e sismiche, a sondaggi,
a rilievi, a misurazioni e picchettazioni, alla predisposizione di elaborati
specialistici e di dettaglio, con l'esclusione delle prestazioni professionali.
Resta comunque impregiudicata la responsabilità del progettista.
22.
Le progettazioni definitiva ed esecutiva sono di norma affidate al medesimo
soggetto, pubblico o privato, salvo che in senso contrario sussistano
particolari ragioni, accertate dal responsabile del procedimento. In tal caso
occorre l'accettazione, da parte del nuovo progettista, dell'attività
progettuale precedentemente svolta. L'affidamento può ricomprendere entrambi i
livelli di progettazione, fermo restando che l'avvio di quello esecutivo resta
sospensivamente condizionato alla determinazione delle stazioni appaltanti sulla
progettazione definitiva.
23.
I soggetti di cui all'articolo 2, comma 2, lettera b), operanti nei settori di
cui al decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 158, possono affidare le
progettazioni, nonché le connesse attività tecnico-amministrative per lo
svolgimento delle procedure per l'affidamento e la realizzazione dei lavori di
loro interesse direttamente a società di ingegneria di cui al comma 5, lettera
b), che siano da essi stessi controllate, purché almeno l'80 per cento della
cifra d'affari media realizzata dalle predette società nella Unione europea
negli ultimi tre anni derivi dalla prestazione di servizi al soggetto da cui
esse sono controllate. Le situazioni di controllo si determinano ai sensi
dell'articolo 2359 del codice civile.
1.
E' istituito nel bilancio della Regione,
rubrica Dipartimento regionale dei lavori
pubblici,
rubrica Ispettorato tecnico lavori
pubblici,
un fondo di rotazione per la copertura finanziaria delle spese
occorrenti per la progettazione definitiva ed il perfezionamento delle procedure
tecniche, amministrative ed operative, necessarie per l'accesso ai flussi di
finanziamento, anche di provenienza extraregionale, per la realizzazione di
interventi per la riqualificazione urbana ed il recupero del tessuto
urbanistico, edilizio ed ambientale.
(parte eliminata LR 20/07)(parte introdotta LR 20/07
2.
L'importo del fondo di cui al comma 1 è determinato, per l'esercizio finanziario
[2002]
2003,
in 20.000 migliaia di euro cui si provvede, ai sensi dell'articolo
45, comma 14, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, mediante l'utilizzo
di parte delle economie realizzate sulle assegnazioni statali di cui alla legge
5 agosto 1978, n. 457.
3.
Con decreto dell'Assessore regionale per i lavori pubblici, previa deliberazione
della Giunta regionale, vengono stabilite le modalità di utilizzazione del
fondo di cui al comma 1 che comunque devono attenersi ai seguenti criteri:
a)
validità triennale del programma di utilizzazione con riferimento ai programmi
di spesa;
b) [ripartizione del fondo per ogni ente locale in misura minima proporzionale all'estensione territoriale e al numero di abitanti] ripartizione del fondo con priorità per gli enti locali o consorzi tra essi, con popolazione complessiva inferiore a 15.000 abitanti e per gli interventi di completamento e messa in sicurezza o di valorizzazione del patrimonio urbanistico e/o ambientale.
4.
A seguito del finanziamento dell'opera le spese di progettazione anticipate con
le risorse del fondo vengono reintroitate al medesimo.
4bis. A decorrere dall'esercizio finanziario 2005 il fondo di cui al presente
articolo è destinato al finanziamento in favore dei rami dell'Amministrazione
regionale, per la copertura delle spese occorrenti per la progettazione
definitiva ed esecutiva, ivi compresi gli oneri accessori, e per il
perfezionamento delle procedure tecniche, amministrative ed operative,
necessarie per l'accesso ai flussi di finanziamento, anche di provenienza
extraregionale.
4ter. Il 50 per cento del fondo di cui al comma 1 è utilizzato, per
l'esercizio finanziario 2005, per consentire agli enti proprietari di strutture
strategiche o rilevanti, come individuate ai sensi della delibera della Giunta
regionale n. 408 del 19 dicembre 2003, resa esecutiva con decreto del dirigente
generale del dipartimento di protezione civile n. 3 del 15 gennaio 2004, per
l'effettuazione delle verifiche tecniche dei livelli di sicurezza sismica,
previste dall'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003.
Con apposito regolamento sono definite dal servizio sismico del dipartimento
regionale di protezione civile, a seguito del completamento del censimento delle
strutture strategiche e rilevanti di competenza regionale, le modalità di
concessione del finanziamento ad enti e soggetti individuati come proprietari di
tali strutture ai sensi del decreto del dirigente generale del dipartimento di
protezione civile n. 3 del 15 gennaio 2004.
Note
all’art. 17bis
La
legge 5 agosto 1978, n. 457 - Norme per l'edilizia residenziale -
è stata Pubblicata nella G.U.R.I. 19 agosto 1978, n. 231.
I commi 4 bis e 4 ter sono stati introdotti dall'art. 69 della L.r. 28 dicembre 2004, n.17.
1.
Una somma non superiore all'1,5 per cento dell'importo posto a base di gara
di un'opera o di un lavoro, a valere direttamente sugli stanziamenti di cui
all'articolo 16, comma 7, è ripartita, per ogni singola opera o lavoro, con
le modalità ed i criteri previsti in sede di contrattazione decentrata
[ed
assunti in un regolamento adottato dall'amministrazione] e
fissati da ciascun ente in un regolamento,
tra il responsabile unico del procedimento e gli incaricati della redazione
del progetto, del piano della sicurezza, della direzione dei lavori, del collaudo
nonché tra i loro collaboratori. Per
le attività di cui al presente comma svolte dagli uffici centrali e periferici
della Regione, i criteri di ripartizione delle somme e la percentuale effettiva
sono stabiliti, previa contrattazione decentrata, con decreto dell’Assessore
regionale competente. Il decreto di ripartizione emanato dall’Assessore regionale
per i lavori pubblici costituisce linee guida per l’Amministrazione regionale.
La
percentuale effettiva, nel limite massimo dell'1,5 per cento, è stabilita dal
regolamento in rapporto all'entità e alla complessità dell'opera da realizzare.
La ripartizione tiene conto delle responsabilità professionali connesse alle
specifiche prestazioni da svolgere. Le quote parti della predetta somma corrispondenti
a prestazioni che non sono svolte dai predetti dipendenti, in quanto affidate
a personale esterno all'organico dell'amministrazione medesima, costituiscono
economie. I commi quarto e quinto dell'articolo 62 del regolamento approvato
con regio decreto 23 ottobre 1925, n. 2537, sono abrogati. I soggetti di cui
all'articolo 2, comma 2, lettera b), possono adottare con proprio provvedimento
analoghi criteri.
1 bis. Nell'importo dei progetti relativi ad opere marittime e portuali finanziati dalla Regione, redatti dagli organismi ed uffici di cui alla lettera c) del comma 1 dell'articolo 17, è prevista, tra le somme a disposizione dell'amministrazione, l'aliquota dello 0,50 per cento sull'importo dei lavori a base d'asta che viene utilizzata per indennità di missione e di viaggio, per rilievi ed attrezzature relative, per spese di funzionamento e di gestione, ivi comprese le spese postali, telefoniche e telegrafiche (Comma introdotto dall'art.12, comma 1, lett.a-bis della L.R.7/2003 nel testo di cui all'art.76, comma 43, della L.R. 20/2003).
1bis. Nell'importo dei progetti relativi ad opere marittime e portuali e
ad interventi sugli immobili demaniali in uso o di proprietà regionale,
finanziati dalla Regione, redatti dagli organismi ed uffici di cui all'articolo
17, comma 1, lettera c), e dagli uffici tecnici delle stazioni appaltanti, è
previsto, tra le somme a disposizione dell'amministrazione:
a) l'aliquota fino all'1 per cento sull'importo dei lavori a base d'asta
che viene utilizzata per indennità di missione e di viaggio, per rilievi ed
attrezzature, per spese di funzionamento e di gestione ivi comprese le spese
postali, telefoniche, telegrafiche e per la riproduzione di elaborati
progettuali. Qualora gli interventi progettuali siano localizzati nelle isole
minori, la predetta aliquota può essere maggiorata fino al 100 per cento;
b) l'importo delle prestazioni di lavoro straordinario del personale
addetto all'assistenza in cantiere;
c) l'importo delle attrezzature per l'attività del responsabile del
procedimento.
(parte eliminata LR 20/07)(parte introdotta LR 20/07
2.
Il 30 per cento della tariffa professionale relativa alla redazione di un atto
di pianificazione comunque denominato è ripartito, con le modalità ed i criteri
previsti [nel
regolamento di cui]
al comma 1, tra i dipendenti dell'amministrazione aggiudicatrice che lo abbiano
redatto tenendo conto del grado di responsabilità
professionale assunta.
2.1. Il 25 per cento delle somme di cui ai precedenti commi è assegnato al responsabile unico del procedimento, in considerazione dell'importanza delle sue funzioni e delle responsabilità assunte. [Le funzioni di responsabile del procedimento sono incompatibili con qualunque altra funzione tecnica ed amministrativa riguardante l'opera.]
2-bis.
A valere sugli stanziamenti iscritti nei capitoli delle categorie X e XI del
bilancio dello Stato, le amministrazioni competenti destinano una quota
complessiva non inferiore al 10 per cento
del totale degli stanziamenti stessi alle spese necessarie alla stesura dei
progetti preliminari, nonché dei progetti definitivi ed esecutivi, incluse
indagini geologiche e geognostiche, studi di impatto ambientale od altre
rilevazioni, alla stesura dei piani di sicurezza e di coordinamento e dei piani
generali di sicurezza quando previsti ai sensi del decreto legislativo 14 agosto
1996, n. 494, e agli studi per il finanziamento dei progetti, nonché
all'aggiornamento ed adeguamento alla normativa sopravvenuta dei progetti già
esistenti d'intervento di cui sia riscontrato il perdurare dell'interesse
pubblico alla realizzazione dell'opera. Analoghi criteri adottano per i propri
bilanci le regioni e le province autonome, qualora non vi abbiano già
provveduto, nonché i comuni e le province e i loro consorzi. Per le opere
finanziate dai comuni, province e loro consorzi e dalle regioni attraverso il
ricorso al credito, l'istituto mutuante è autorizzato a finanziare anche quote
relative alle spese di cui al presente articolo, sia pure anticipate dall'ente
mutuatario.
2-ter.
I pubblici dipendenti che abbiano un rapporto di lavoro a tempo parziale non
possono espletare, nell'ambito territoriale dell'ufficio di appartenenza,
incarichi professionali per conto di pubbliche amministrazioni di cui all'articolo
1, comma 2, del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e successive
modificazioni, se non conseguenti ai rapporti d'impiego.
2-quater.
È vietato l'affidamento di attività di progettazione, direzione lavori,
collaudo, indagine e attività di supporto a mezzo di contratti a tempo
determinato od altre procedure diverse da quelle previste dalla presente legge.
Nota all'art.18:Cfr.
1.
Con decreto del Presidente della Regione, previa deliberazione della Giunta
regionale e su proposta dell'Assessore regionale per i lavori pubblici, è
adottato il prezziario unico regionale per i lavori pubblici, a cui si
attengono, per la realizzazione dei lavori di loro competenza, tutti gli enti di
cui alla lettera a) del comma 2 dell'articolo 2. Il prezziario deve contenere il
maggior numero possibile di prezzi corrispondenti a lavorazioni e forniture in
opera, compiutamente descritte, realizzabili nelle opere pubbliche in Sicilia.
2.
Il prezziario unico regionale è aggiornato, ogni dodici mesi, anche con
riferimento al prezziario unico nazionale, con la stessa procedura di cui al
comma 1.
1. Gli enti
di cui alla lettera a) del comma 2 dell'articolo 2 nel caso in cui sia stato
pubblicato un nuovo prezziario unico regionale, prima della indizione della gara
possono aggiornare, su parere motivato del responsabile del procedimento, i
prezzi dei progetti, senza necessità di sottoporre gli stessi ad ulteriori
pareri o ad approvazioni
2. L'aggiornamento viene effettuato sulla base del prezziario regionale vigente.
Aggiornamento prezzi. - 1. Gli enti di
cui alla lettera a) del comma 2 dell'articolo 2, nel caso in cui sia stato
pubblicato un nuovo prezziario regionale, prima della indizione della gara
devono aggiornare, a meno di parere motivato negativo del responsabile del
procedimento, fondato sull'assenza di significative variazioni economiche, i
prezzi dei progetti senza necessità di sottoporre gli stessi ad ulteriori pareri
o approvazioni.
2. L'aggiornamento viene effettuato sulla base del prezzario regionale
vigente."
1. Entro tre mesi dalla entrata in vigore di
un nuovo prezzario regionale gli enti di cui all'articolo 2, comma 2, lettera a)
al fine di evitare ritardi e maggiori costi nella esecuzione degli appalti,
possono procedere, senza necessità di aggiornamento dei relativi prezzi, alla
indizione della gara per tutti quei progetti la cui approvazione in linea
tecnica, ai sensi dell'articolo 7 bis, sia intervenuta entro i tre mesi
precedenti l'entrata in vigore del prezzario.
2. Ove non ricorrano le condizioni di cui al comma 1, gli enti medesimi,
nel caso in cui sia stato pubblicato un nuovo prezzario regionale, prima della
indizione della gara devono aggiornare i prezzi dei progetti, salvo che sia
espresso parere negativo del responsabile del procedimento motivato dall'assenza
di significative variazioni economiche e senza necessità di sottoporre gli
stessi ad ulteriori pareri o approvazioni.
3. L'aggiornamento viene effettuato sulla base del prezzario regionale
vigente.
(parte eliminata LR 20/07) (parte introdotta LR 20/07
1.
Il parere igienico-sanitario è espresso dal responsabile del competente
servizio di igiene pubblica distrettuale dell'azienda unità sanitaria locale
nel cui territorio ricade l'opera progettata.
2.
Nel caso di opere che ricadano nel territorio di più aziende sanitarie locali,
non appartenenti allo stesso comune, esprime il parere il servizio di igiene
pubblica del distretto dell'azienda unità sanitaria locale il cui territorio è
maggiormente interessato dalla realizzazione dell'opera, con l'obbligo di darne
conoscenza alle altre aziende.
3.
Il parere igienico-sanitario deve essere reso entro trenta giorni dalla
ricezione della richiesta.
4.
Fatta salva la responsabilità dell'organo competente ad esprimere il parere,
questo s'intende reso favorevolmente in mancanza di pronunzia entro i termini
previsti.
1.
Per l'esecuzione di opere pubbliche di urbanizzazione primaria relative a
strumenti urbanistici approvati, ricadenti in terreno demaniale marittimo
regionale, è richiesta l'autorizzazione dell'Assessore regionale per il
territorio e l'ambiente, che esprime il proprio parere, senza consultazioni di
altri uffici regionali o statali, salvo gli obblighi derivanti da prescrizioni
dell'autorità militare o da necessità connesse alla difesa nazionale.
2.
L'autorizzazione dell'Assessore regionale per il territorio e l'ambiente
s'intende acquisita favorevolmente in mancanza di pronunzia entro novanta giorni
dalla richiesta, in pendenza di successive regolarizzazioni amministrative.
1.
I lavori pubblici di cui alla presente legge possono essere realizzati esclusivamente
mediante contratti di appalto o di concessione di lavori pubblici, salvo quanto
previsto al comma 6 dell'articolo 24.
2.
I contratti di appalto di lavori pubblici di cui alla presente legge sono
contratti a titolo oneroso, conclusi in forma scritta tra un imprenditore e
un soggetto di cui al comma 2 dell'articolo 2, aventi per oggetto:
a)
la sola esecuzione dei lavori pubblici di cui al comma 1 dell'articolo 2;
b)
l'appalto integrato comprendente la progettazione esecutiva di cui al comma 5
dell'articolo 16 e l'esecuzione dei lavori pubblici di cui all'articolo 2, comma
1.
3.
La stazione appaltante è facultata a ricorrere al sistema di cui al comma 2,
lettera b), nei seguenti casi:
a)
lavori la cui componente impiantistica o tecnologica incida per più del 50 per
cento sul valore dell'opera;
b)
lavori di manutenzione, restauro e/o scavi archeologici;
c)
lavori di importo pari o superiore alla soglia comunitaria in materia di appalti
di lavori pubblici.
4.
Per l'affidamento dei contratti di cui al comma 2, lettera b), la gara è indetta
sulla base del progetto definitivo di cui all'articolo 16, comma 4.
5.
L'appaltatore che partecipa ad un appalto integrato di cui al comma 2, lettera
b), deve dimostrare nell'offerta il possesso dei requisiti professionali previsti
dal bando per la redazione del progetto esecutivo, e ciò anche mediante l'eventuale
ricorso a professionisti esterni; il bando indica l'ammontare delle spese di
progettazione esecutiva comprese nell'importo a base di appalto ed i requisiti
richiesti al progettista, in conformità a quanto richiesto dalla normativa in
materia di gare di progettazione. L'ammontare delle spese di progettazione non
è soggetto a ribasso d'asta. L'appaltatore risponde dei ritardi e degli oneri
conseguenti alla necessità di introdurre varianti in corso d'opera a causa di
carenze del progetto esecutivo.
6.
Le concessioni di lavori pubblici sono contratti conclusi in forma scritta fra
un imprenditore e una amministrazione aggiudicatrice, aventi a oggetto la progettazione
definitiva, la progettazione esecutiva e l'esecuzione dei lavori pubblici, o
di pubblica utilità, e di lavori a essi strutturalmente e direttamente collegati,
nonché la loro gestione funzionale ed economica.
La controprestazione a favore del concessionario consiste unicamente nel diritto
di gestire funzionalmente e di sfruttare economicamente tutti i lavori realizzati.
Qualora necessario il soggetto concedente assicura al concessionario il perseguimento
dell'equilibrio economico-finanziario degli investimenti e della connessa gestione
in relazione alla qualità del servizio da prestare, anche mediante un prezzo,
stabilito in sede di gara. A titolo di prezzo, i soggetti aggiudicatori possono
cedere in proprietà o diritto di godimento beni immobili nella propria disponibilità,
o allo scopo espropriati, la cui utilizzazione sia strumentale o connessa all'opera
da affidare in concessione, nonché beni immobili che non assolvono più a funzioni
di interesse pubblico, o altri beni aventi valore economico. Qualora il soggetto
concedente disponga di progettazione definitiva o esecutiva, l'oggetto della
concessione, quanto alle prestazioni progettuali, può essere circoscritto alla
revisione della progettazione e al suo completamento da parte del concessionario.
7.
La durata della concessione non può essere superiore a trenta anni salvo motivati
casi di equilibrio economico-finanziario degli investimenti che richiedano termini
di durata più ampi. I presupposti e le condizioni
di base che determinano l'equilibrio economico-finanziario degli investimenti
e della connessa gestione, da richiamare nelle premesse del contratto, ne costituiscono
parte integrante. Le variazioni apportate dall'amministrazione
aggiudicatrice a detti presupposti o condizioni di base, nonché norme legislative
e regolamentari che stabiliscano nuovi meccanismi tariffari o nuove condizioni
per l'esercizio delle attività previste nella concessione, qualora determinino
una modifica dell'equilibrio del piano, comportano la sua necessaria revisione
da attuare mediante rideterminazione delle nuove condizioni di equilibrio, anche
tramite la proroga del termine di scadenza delle concessioni, e in mancanza
della predetta revisione il concessionario può recedere dalla concessione. Nel
caso in cui le variazioni apportate o le nuove condizioni introdotte risultino
favorevoli al concessionario, la revisione del piano deve essere effettuata
a vantaggio del concedente. Nel caso di recesso del concessionario
si applicano le disposizioni dell'articolo
37 septies, comma 1, lettere a) e b), e comma 2. Il
contratto deve contenere il piano economico-finanziario di copertura degli investimenti
e deve prevedere la specificazione del valore residuo al netto degli ammortamenti
annuali, nonché l'eventuale valore residuo dell'investimento non ammortizzato
al termine della concessione.
8.
Le amministrazioni aggiudicatrici possono affidare in concessione opere destinate
alla utilizzazione diretta della pubblica amministrazione, in quanto funzionali
alla gestione di servizi pubblici, a condizione che resti al concessionario
l'alea economico-finanziaria della gestione dell'opera.
9.
Il concessionario, ovvero la società di progetto di cui all'articolo 37 quater,
partecipano alla conferenza speciale di servizi o alla Commissione regionale
di cui all'articolo 7 bis finalizzate all'esame ed alla approvazione dei progetti
di loro competenza; in ogni caso essi non hanno diritto di voto.
10.
L'Assessore regionale per il lavori pubblici promuove un'intesa con INPS, INAIL
e Cassa edile, al fine di semplificare le procedure relative alla certificazione
della regolarità contributiva, mediante un documento unico (DURC). Il documento
unico attesta la regolarità contributiva e retributiva del rapporto di lavoro
relativamente all'impresa esecutrice di lavori pubblici, in occasione di ogni
pagamento ed alla conclusione dei lavori, rispetto all'adempimento da parte
delle imprese degli obblighi relativi ai versamenti dei contributi previdenziali
ed assicurativi dovuti all'INPS, all'INAIL ed alla Cassa edile. La mancata o
negativa certificazione preclude ogni forma di pagamento in favore dell'impresa
esecutrice dei lavori.
11.
Il DURC non sostituisce le altre dichiarazioni obbligatorie per l'impresa ai
sensi della normativa vigente.
12.
Per i fini di cui ai commi precedenti è istituito un collegamento informatizzato
tra l'Osservatorio regionale dei lavori pubblici e le casse edili presenti nel
territorio della Regione. Le modalità di attivazione e le procedure applicative
sono determinate da un accordo da realizzarsi tra l'Assessore regionale per
i lavori pubblici, le associazioni degli imprenditori edili e le organizzazioni
sindacali di rappresentanza dei lavoratori delle costruzioni.
13.
Salvo quanto previsto dall'articolo 7 ter,
e dal comma 3 ter dell’articolo
2, le
amministrazioni aggiudicatrici e i soggetti di cui all'articolo 2, comma 2,
lettera b), non possono affidare a soggetti pubblici o di diritto privato l'espletamento
delle funzioni e delle attività di stazione appaltante di lavori pubblici. Sulla
base di apposita convenzione le amministrazioni dei comuni possono affidare
le funzioni di stazione appaltante all'amministrazione della rispettiva provincia
regionale.
14.
I contratti di appalto di cui alla presente legge sono stipulati sia a corpo
sia a misura ai sensi dell'articolo
326 della legge 20 marzo 1865, n. 2248, allegato F, ovvero a corpo e a misura
ai sensi dell'articolo 329 della citata legge n.
2248 del 1865, allegato F.
15.
L'esecuzione da parte dell'impresa avviene in ogni caso soltanto dopo
l'approvazione del progetto esecutivo da parte dello stesso soggetto che ha
approvato il progetto definitivo.
16.
In sostituzione totale o parziale delle somme di denaro costituenti il
corrispettivo dell'appalto, il bando di gara può prevedere il trasferimento
all'appaltatore della proprietà o altro diritto reale su beni immobili ovvero
di altri beni aventi valore economico appartenenti all'amministrazione
aggiudicatrice; detto trasferimento avviene non appena approvato il certificato
di collaudo dei lavori. La gara avviene tramite offerte che possono riguardare
la sola acquisizione dei beni, la sola esecuzione dei lavori, ovvero
congiuntamente l'esecuzione dei lavori e l'acquisizione dei beni.
L'aggiudicazione avviene in favore della migliore offerta congiunta relativa
alla esecuzione dei lavori e alla acquisizione dei beni ovvero in favore delle
due migliori offerte separate relative, rispettivamente, alla acquisizione dei
beni e alla esecuzione dei lavori, qualora la loro combinazione risulti più
conveniente per l'amministrazione aggiudicatrice rispetto alla predetta migliore
offerta congiunta. La gara si intende deserta qualora non siano presentate
offerte per l'acquisizione del bene. Il regolamento di cui all'articolo 3, comma
2, disciplina compiutamente le modalità per l'effettuazione della stima degli
immobili di cui al presente comma nonché le modalità di aggiudicazione.
1.
Gli appalti di cui all'articolo 19 sono affidati mediante pubblico incanto.
2.
Le concessioni
di cui all'articolo 19 sono affidate mediante licitazione
privata, ponendo a base di gara un progetto almeno
di livello preliminare corredato, comunque, anche degli elaborati relativi
alle preliminari essenziali indagini geologiche, geotecniche, idrologiche e
sismiche; l'offerta ha ad oggetto gli elementi di cui all'articolo 21, comma 2,
lettera b), nonché le eventuali proposte di varianti al progetto posto a base
della gara; i lavori potranno avere inizio soltanto dopo l'approvazione del
progetto esecutivo da parte dell'amministrazione aggiudicatrice.
3.
Gli appalti possono essere affidati anche attraverso appalto-concorso o
trattativa privata
o
cottimo-appalto, di cui all’articolo 24 bis esclusivamente nei casi e secondo le modalità previsti dalla
presente legge.
4.
L'affidamento di appalti mediante appalto concorso è consentito ai soggetti
appaltanti in seguito a propria motivata decisione, previo parere della
Commissione regionale dei lavori pubblici, per speciali lavori o per la
realizzazione di opere complesse o ad elevata componente tecnologica, la cui
progettazione richieda il possesso di competenze particolari o la scelta tra
soluzioni tecniche differenziate. Lo svolgimento della gara è effettuato sulla
base di un progetto preliminare, redatto ai sensi dell'articolo 16, nonché di
un capitolato prestazionale corredato dell'indicazione delle prescrizioni, delle
condizioni e dei requisiti tecnici inderogabili. L'offerta ha ad oggetto il
progetto esecutivo ed il prezzo.
5.
Con decreto dell'Assessore regionale per i lavori pubblici, entro novanta giorni
dalla data di entrata in vigore della presente legge, e sentito il parere della
competente Commissione legislativa dell'Assemblea regionale siciliana, sono
emanati bandi tipo uniformi che devono essere adottati ed applicati, per
l'espletamento delle gare di cui al presente articolo,
ad eccezione di quelle di
cottimo-appalto, da tutti gli enti
appaltanti, nonché il capitolato di appalto tipo, secondo le prescrizioni del decreto
ministeriale 19 aprile 2000, n. 145. Il responsabile del procedimento
certifica la corrispondenza del bando al bando tipo di riferimento; in casi
eccezionali possono inserirsi nel bando specifiche modifiche che il responsabile
del procedimento deve idoneamente evidenziare e giustificare in sede di
certificazione.
Normativa di riferimento -Riepilogo Collegamenti ipertestuali utilizzati in questo ambito- |
|
Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 gennaio 1991, n. 55 |
|
Decreto del Presidente della Repubblica 25 gennaio 2000, n. 34 |
|
Decreto
del Presidente del Consiglio dei ministri 10 gennaio 1991, n. 55. |
|
Articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29 |
|
Legge
regionale 27 aprile 1999, n. 10
Articolo
2
- Documento di programmazione economico-finanziaria
1.
Entro il 30 giugno di ogni anno, il Governo della Regione presenta all'Assemblea
regionale siciliana, ai fini delle conseguenti deliberazioni da adottare,
comunque con il voto d'Aula, entro il 31 luglio di ciascun anno, il documento di
programmazione economico-finanziaria che definisce la manovra di finanza
pubblica per il periodo compreso nel bilancio pluriennale.
2.
Nel documento di programmazione economico-finanziaria, premessa la valutazione
degli andamenti dell'economia siciliana, tenendo conto dei risultati e delle
prospettive dell'economia internazionale e nazionale, sono indicati:
a)
i parametri economici essenziali utilizzati per identificare, a legislazione
vigente, l'evoluzione dei flussi del settore pubblico regionale;
b)
gli obiettivi macro-economici individuati dal Governo regionale per il periodo
considerato ed in particolare quelli riguardanti lo sviluppo del reddito
e dell'occupazione, alla luce anche degli indirizzi e delle scelte contenute
nei documenti di programmazione economico-finanziaria comunitari e nazionali;
c)
gli obiettivi, definiti in rapporto alle previsioni del prodotto interno lordo
regionale, del fabbisogno della Regione e delle aziende e di tutti gli enti
del settore pubblico regionale che usufruiscono di finanziamenti o contributi
a qualsiasi titolo a carico diretto o indiretto della Regione, al netto ed al
lordo degli interessi e del debito della Regione e delle aziende e di tutti
gli enti del settore pubblico regionale che usufruiscono di finanziamenti o
contributi a qualsiasi titolo a carico diretto o indiretto della Regione, per
ciascuno degli anni compresi nel bilancio pluriennale;
d)
gli obiettivi, coerenti con le previsioni di cui alle lettere b) e c), di riduzione
del fabbisogno complessivo ed in particolare delle spese correnti della Regione
e delle aziende e di tutti gli enti del settore pubblico regionale che usufruiscono
di finanziamenti o contributi a qualsiasi titolo a carico diretto o indiretto
della Regione, al netto ed al lordo degli interessi, per ciascuno degli anni
compresi nel bilancio pluriennale; e) gli indirizzi per procedere alla variazione
delle entrate e delle spese del bilancio della Regione siciliana e delle aziende
e di tutti gli enti del settore pubblico regionale che usufruiscono di finanziamenti
o contributi a qualsiasi titolo a carico diretto o indiretto della Regione per
il periodo cui si riferisce il bilancio pluriennale;
f)
gli indirizzi per la legislazione di spesa regionale per il periodo compreso
nel bilancio pluriennale necessari per il conseguimento degli obiettivi di cui
alle lettere b), c), d) nel rispetto degli indirizzi di cui alla lettera e)
e con la valutazione di massima dell'effetto economico-finanziario di ciascun
tipo di intervento legislativo in rapporto all'andamento tendenziale.
3.
Il documento di programmazione economico-finanziaria indica i criteri e le regole
che devono essere adottati nella predisposizione del disegno di legge 'finanziaria',
di cui all'articolo 3, evidenziando il riferimento agli indirizzi di
4.
Il documento di programmazione economico-finanziaria indica i criteri ed i parametri
per la formazione del bilancio annuale e pluriennale.
5.
Per la definizione del documento di programmazione economico-finanziaria di
cui al presente articolo, il Governo della Regione consulta preventivamente
le organizzazioni sindacali e le categorie del mondo del lavoro e della produzione
e la Conferenza Regione-autonomie locali..
Legge
regionale 11 aprile 1981, n. 65
Articolo
7 - Procedura per l'esecuzione di opere di interesse statale o regionale non
coincidenti con le previsioni degli strumenti urbanistici
Qualora
per esigenze di rilevante interesse pubblico sia necessario eseguire opere di
interesse statale o regionale da parte degli enti istituzionalmente competenti
in difformità delle prescrizioni degli strumenti urbanistici, i progetti
di massima o esecutivi, ove compatibili con l' assetto territoriale, possono
essere autorizzati dall' Assessore regionale per il territorio e l’ambiente
sentito il Consiglio regionale dell' urbanistica e i comuni interessati, i quali
sono tenuti a fornire il proprio avviso entro 30 giorni dalla richiesta.
Trascorso infruttuosamente il termine sopra indicato l' avviso è da
intendersi favorevolmente reso. Le disposizioni contenute nei precedenti commi
si applicano anche per le opere pubbliche non prevedibili negli strumenti
urbanistici. Le autorizzazioni assessoriali costituiscono a tutti gli
effetti varianti agli strumenti urbanistici comunali, ai piani comprensoriali,
ai piani settoriali e ai piani territoriali di coordinamento. Dette
autorizzazioni vengono notificate ai comuni interessati e pubblicate nella
Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana.”.
Legge
regionale 3 maggio 2001, n. 6
Articolo
89 - Norme urbanistiche.
1.
Ai fini dell'approvazione dei progetti relativi agli interventi cofinanziati con
il POR Sicilia 2000/2006 e con i Programmi operativi nazionali e che comportino
varianti agli strumenti urbanistici comunali, il sindaco del comune interessato
indice una conferenza di servizi con le modalità di cui all'articolo 2 della
legge regionale 7 settembre 1998, n. 23, dandone avviso pubblico ai sensi
dell'articolo 3 della legge regionale 27 dicembre 1978, n. 71. In caso di opere
di interesse intercomunale, la conferenza viene indetta dal presidente della
provincia.
2.
Nelle more dell'approvazione della legge di riforma dei consorzi ASI e del
coordinamento con la normativa concernente i piani comunali per gli insediamenti
produttivi e le aree artigianali, gli insediamenti produttivi esistenti nella
zona D degli strumenti urbanistici comunali già regolarmente autorizzati,
possono effettuare, in deroga alle disposizioni contenute negli stessi strumenti
urbanistici, gli ampliamenti degli immobili aziendali strettamente necessari e
motivati da esigenze produttive in misura non superiore al 30 per cento della
superficie coperta e sempre che non abbiano in precedenza usufruito di deroghe
ampliative.
3.
Le disposizioni previste dall'articolo 35 della legge regionale 7 agosto 1997,
n. 30, relativa agli insediamenti produttivi in verde agricolo si applicano a
tutti gli interventi comunque previsti e finanziati nei patti territoriali, nei
contratti d'area e negli altri strumenti di programmazione negoziata, statali e
regionali. Le stesse disposizioni si applicano per le iniziative imprenditoriali
che abbiano ottenuto il finanziamento pubblico per la realizzazione dei
relativi
investimenti qualora non siano disponibili aree per insediamenti produttivi
previste dagli strumenti urbanistici comunali o nelle aree attrezzate
artigianali ed industriali. L'approvazione da parte dei consigli comunali
costituisce variante (la parola "esecutiva" è stata omessa a seguito
dell'impugnativa del Commissario dello Stato ai sensi dell'art. 28 dello
Statuto) agli strumenti urbanistici.
4.
I lotti di terreno ricadenti nelle aree dei piani per gli insediamenti
produttivi comunali possono essere assegnati in proprietà alle imprese
beneficiarie fermo restando il diritto di prelazione da parte del comune nei
trasferimenti successivi all'assegnazione.
5.
Alle aree gravate da usi civici sulle quali insistono tradizionali attività
produttive ancora in esercizio non si applicano le norme dei Piani territoriali
paesistici, se in contrasto con l'esercizio dell'uso civico nella sua originaria
estensione.
6.
Al comma 2 dell'articolo 6 della legge regionale 31 maggio 1994, n. 17 sono
soppresse le parole "alberghiero o ricettivo in genere".
7.
Gli enti locali territoriali possono cambiare la destinazione d'uso di immobili
che, realizzati con fondi pubblici, per le ragioni più varie, non sono stati
mai utilizzati o si trovano in stato di abbandono. Il cambio di destinazione
d'uso è approvato con atto motivato e corredato di relazione tecnica
dall'organo deliberante. Ove la modifica di destinazione d'uso dovesse risultare
difficoltosa o troppo onerosa l'ente può alienare il bene.
8.
All'articolo 10 della legge regionale 6 aprile del 1996, n. 16, come sostituito
dall'articolo 3 della legge regionale 19 agosto 1999, n. 13, sono apportate le
seguenti modifiche:
a)
il comma 3 è sostituito dal seguente:"3. Nei boschi di superficie compresa
tra 1 e 10 ettari la fascia di rispetto di cui ai precedenti commi è così
determinata: da 1,01 a 2 ettari metri 75; da 2,01 a 5 ettari metri 100; da 5,01
a 10 ettari metri 150";
b)
dopo il comma 3 è inserito il seguente comma 3 bis:"3 bis. In deroga a
quanto disposto dal comma 1, i piani regolatori dei comuni possono prevedere
l'inserimento di nuove costruzioni nelle zone di rispetto dei boschi e delle
fasce forestali per una densità edilizia territoriale di 0,03 mc/mq. Il
comparto territoriale di riferimento per il calcolo di tale densità è
costituito esclusivamente dalla zona di rispetto";
c)
dopo il comma 11 è inserito il seguente comma 12: "12. Il divieto di cui
ai commi 1, 2 e 3 non opera nelle zone A e B degli strumenti urbanistici
comunali".
9.
Si applica l'articolo 10, comma 1, della legge 16 marzo 2001, n. 88.
10.
Il secondo comma dell'articolo 16 della legge regionale 12 giugno 1976, n. 78,
è così sostituito: "Sull'istanza del consiglio comunale l'Assessore
regionale per il territorio e l'ambiente provvede con proprio decreto, entro
centoventi giorni dalla richiesta, previo parere favorevole del Consiglio
regionale dell'urbanistica e previa acquisizione del concerto dell'Assessore
regionale per i beni culturali ed ambientali e per la pubblica istruzione, che
si pronuncia entro il termine di sessanta giorni dalla richiesta".
11.
L'articolo 57 della legge regionale 27 dicembre 1978, n. 71, è così
sostituito:
"Con
l'osservanza delle procedure previste dall'articolo 16 della legge regionale 12
giugno 1976, n. 78, possono essere concesse deroghe a quanto previsto dalla
lettera a) del primo comma dell'articolo 15 della medesima legge limitatamente
a:
a)
opere pubbliche o dichiarate di preminente interesse pubblico;
b)
opere di urbanizzazione primaria e secondaria connesse ad impianti
turistico-ricettivi esistenti, nonché ad ammodernamenti strettamente necessari
alla funzionalità degli stessi complessi".
12. Per l'esecuzione delle opere da eseguirsi all'interno dei porti e per la realizzazione degli impianti di depurazione non sussiste l'obbligo di arretramento previsto dall'articolo 15, comma primo, lettera a), della legge regionale 12 giugno 1976, n. 78.”.
Disposizioni
urgenti in materia di finanza locale
Art.
3
Alienazione
del patrimonio disponibile degli enti locali
1.
Le province, i comuni, le comunità montane e i loro consorzi sono autorizzati
ad alienare il patrimonio disponibile per la realizzazione di opere pubbliche o
per il finanziamento delle perdite di gestione delle aziende pubbliche di
trasporto o per i fini indicati agli articoli 24 e 25 del decreto-legge 2 marzo
1989, n. 66 (10), convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 1989, n.
144, e al comma 3 dell'articolo 1-bis del decreto-legge 1° luglio 1986, n. 318,
convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 1986, n. 488 (1).
1-bis.
I comuni e le province possono altresì procedere alla alienazione del
patrimonio di edilizia residenziale di loro proprietà, ancorché abbiano
usufruito negli anni precedenti di contributo o finanziamento in conto capitale
o in conto interessi dallo Stato o dalle regioni. La cessione delle unità
immobiliari deve avvenire con priorità assoluta per coloro che ne fanno uso
legittimo, in base a contratto di affitto, di concessione o comodato. Gli
istituti di credito autorizzati possono concedere mutui ipotecari ai cessionari
anche fino al 90 per cento del valore di cessione, corrispondendo agli enti
proprietari il valore ammesso a mutuo. Gli stessi enti possono prestare garanzia
parziale agli istituti mutuanti in misura non superiore al 40 per cento del
prezzo di cessione. I comuni e le province possono utilizzare i proventi per le
finalità previste al comma 1; nella eventualità di alienazioni di valore non
inferiore ai 500 milioni di lire, qualora non utilizzino almeno il 50 per cento
del ricavato per interventi di edilizia economica e popolare saranno esclusi dai
programmi regionali e nazionali di nuova formazione sulla materia per i
successivi nove anni (2).
2.
Gli enti locali che abbiano deliberato le alienazioni di cui al comma 1, nelle
more del perfezionamento di tali atti, possono ricorrere a finanziamenti presso
istituti di credito. Possono altresì utilizzare in termini di cassa le somme a
specifica destinazione, fatta eccezione per i trasferimenti di enti del settore
pubblico allargato e del ricavato dei mutui, purché si impegnino esplicitamente
a reintegrarle con il ricavato delle predette alienazioni (3).
3.
Gli enti locali di cui al comma 1 sono autorizzati a negoziare, con gli istituti
di credito di cui al comma 3-quater, aperture di credito a fronte di
deliberazioni di alienazioni di beni di loro proprietà. Le deliberazioni devono
riportare i valori di stima dei beni da alienare. Gli utilizzi delle aperture di
credito sono versati, per gli enti assoggettati alle disposizioni sulla
tesoreria unica, nella contabilità fruttifera aperta presso la tesoreria
provinciale dello Stato e sono immediatamente ed integralmente utilizzabili
dagli enti locali per le finalità previste dai commi precedenti, nonché per
spese di manutenzione straordinaria o per altre spese in conto capitale
incrementative del patrimonio degli enti. Al rimborso degli utilizzi, compresi
gli oneri da essi derivanti, si provvede comunque con i fondi provenienti dalle
alienazioni (4).
3-bis.
I debiti degli enti locali per utilizzi delle aperture di credito di cui al
comma 3 sono assistiti anche da garanzia, da costituirsi mediante emissione di
delegazione di pagamento da rilasciarsi secondo i limiti ed i criteri stabiliti
dalla normativa vigente. Tale garanzia diviene operativa qualora, entro 24 mesi
dalla data del primo utilizzo delle aperture di credito, le alienazioni di cui
al comma 3 non siano state realizzate (4).
3-ter.
I debiti degli enti locali per utilizzi delle aperture di credito di cui al
comma 3 non godono di alcuna garanzia da parte dello Stato, anche nell'ipotesi
di successive situazioni di insolvenza degli enti stessi (5).
3-quater.
Con decreto del Ministro del tesoro, sentite l'Associazione nazionale comuni
italiani (ANCI) e l'Unione delle province d'Italia (UPI), sono designati gli
istituti di credito con i quali gli enti locali sono autorizzati a negoziare le
aperture di credito di cui al comma 3, e sono altresì stabilite le relative
condizioni e modalità, intese prioritariamente a semplificare ed a rendere
tempestive le decisioni operative degli enti stessi (5).
(1)
Comma così modificato dalla legge di conversione 22 dicembre 1990, n. 403.
(2)
Comma aggiunto dalla legge di conversione 22 dicembre 1990, n. 403.
(3)
Comma così sostituito dall'art. 7, D.L. 18 gennaio 1993, n. 8, riportato alla
voce Amministrazione del patrimonio e contabilità generale dello Stato, nel
testo modificato dalla relativa legge di conversione.
(4)
L'art. 6, D.L. 23 settembre 1994, n. 547, riportato alla voce Economia nazionale
(Sviluppo della), ha così sostituito il comma 3 ed ha aggiunto i commi 3-bis,
3-ter e 3-quater. Vedi, anche, le altre disposizioni del citato art. 6.
(5)
L'art. 6, D.L. 23 settembre 1994, n. 547, riportato alla voce Economia nazionale
(Sviluppo della), ha così sostituito il comma 3 ed ha aggiunto i commi 3-bis,
3-ter e 3-quater. Vedi, anche, le altre disposizioni del citato art. 6.
|
|
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Cat. |
DENOMINAZIONE |
N. di riferimento della CPC |
1 |
|
6112, 6122, 633, 886 |
2 |
|
712 (salvo 71235), 7512, 87304 |
3 |
|
73, (salvo7321) |
4 |
|
71235, 7321 |
5 |
|
752 |
6 |
|
ex 81, 812,814 |
|
||
|
||
7 |
|
84 |
8 |
|
85 |
9 |
|
862 |
10 |
|
864 |
11 |
|
865, 866 |
12 |
|
867 |
13 |
|
871 |
14 |
|
874, da 82201a 82206 |
15 |
|
88442 |
16 |
|
94 |
Decreto legislativo 18.6.2000, n. 26
Art. 2. Ambito di applicazione.
2. Le norme sugli enti locali previste dal presente testo unico si applicano, altresì, salvo diverse disposizioni, ai consorzi cui partecipano enti locali, con esclusione di quelli che gestiscono attività aventi rilevanza economica ed imprenditoriale e, ove previsto dallo statuto, dei consorzi per la gestione dei servizi sociali.”.
Decreto
legislativo 18.6.2000, n. 26
Art.
30. Convenzioni
1.
Al fine di svolgere in modo coordinato funzioni e servizi determinati, gli enti
locali possono stipulare tra loro apposite convenzioni.
2.
Le convenzioni devono stabilire i fini, la durata, le forme di consultazione
degli enti contraenti, i loro rapporti finanziari ed i reciproci obblighi e
garanzie.
3.
Per la gestione a tempo determinato di uno specifico servizio o per la
realizzazione di un'opera lo Stato e la regione, nelle materie di propria
competenza, possono prevedere forme di convenzione obbligatoria fra enti locali,
previa statuizione di un disciplinare-tipo.
4.
Le convenzioni di cui al presente articolo possono prevedere anche la
costituzione di uffici comuni, che operano con personale distaccato dagli enti
partecipanti, ai quali affidare l'esercizio delle funzioni pubbliche in luogo
degli enti partecipanti all'accordo, ovvero la delega di funzioni da parte degli
enti partecipanti all'accordo a favore di uno di essi, che opera in luogo e per
conto degli enti deleganti.
Decreto legislativo 18.6.2000, n. 26
Art.
31. Consorzi
1.
Gli enti locali per la gestione associata di uno o più servizi e l'esercizio
associato di funzioni possono costituire un consorzio secondo le norme previste
per le aziende speciali di cui all'articolo 114, in quanto compatibili. Al
consorzio possono partecipare altri enti pubblici, quando siano a ciò
autorizzati, secondo le leggi alle quali sono soggetti.
2.
A tal fine i rispettivi consigli approvano a maggioranza assoluta dei componenti
una convenzione ai sensi dell'articolo 30, unitamente allo statuto del
consorzio.
3.
In particolare la convenzione deve disciplinare le nomine e le competenze degli
organi consortili coerentemente a quanto disposto dai commi 8, 9 e 10
dell'articolo 50 e dell'articolo 42, comma 2, lettera m), e prevedere la
trasmissione, agli enti aderenti, degli atti fondamentali del consorzio; lo
statuto, in conformità alla convenzione, deve disciplinare l'organizzazione, la
nomina e le funzioni degli organi consortili.
4.
Salvo quanto previsto dalla convenzione e dallo statuto per i consorzi, ai quali
partecipano a mezzo dei rispettivi rappresentanti legali anche enti diversi
dagli enti locali, l'assemblea del consorzio é composta dai rappresentanti
degli enti associati nella persona del sindaco, del presidente o di un loro
delegato, ciascuno con responsabilità pari alla quota di partecipazione fissata
dalla convenzione e dallo statuto.
5.
L'assemblea elegge il consiglio di amministrazione e ne approva gli atti
fondamentali previsti dallo statuto.
6.
Tra gli stessi enti locali non può essere costituito più di un consorzio.
7.
In caso di rilevante interesse pubblico, la legge dello Stato può prevedere la
costituzione di consorzi obbligatori per l'esercizio di determinate funzioni e
servizi. La stessa legge ne demanda l'attuazione alle leggi regionali.
8. Ai consorzi che gestiscono attività aventi rilevanza economica e imprenditoriale e ai consorzi creati per la gestione dei servizi sociali se previsto nello statuto, si applicano le norme previste per le aziende speciali.
Decreto legislativo 18.6.2000, n. 26
Art.
32. Unioni di comuni
1.
Le unioni di comuni sono enti locali costituiti da due o più comuni di norma
contermini, allo scopo di esercitare congiuntamente una pluralità di funzioni
di loro competenza.
2.
L'atto costitutivo e lo statuto dell'unione sono approvati dai consigli dei
comuni partecipanti con le procedure e la maggioranza richieste per le modifiche
statutarie. Lo statuto individua gli organi dell'unione e le modalità per la
loro costituzione e individua altresì le funzioni svolte dall'unione e le
corrispondenti risorse.
3.
Lo statuto deve comunque prevedere il presidente dell'unione scelto tra i
sindaci dei comuni interessati e deve prevedere che altri organi siano formati
da componenti delle giunte e dei consigli dei comuni associati, garantendo la
rappresentanza delle minoranze.
4.
L'unione ha potestà regolamentare per la disciplina della propria
organizzazione, per lo svolgimento delle funzioni ad essa affidate e per i
rapporti anche finanziari con i comuni.
5. Alle unioni di comuni si applicano, in quanto compatibili, i principi previsti per l'ordinamento dei comuni. Si applicano, in particolare, le norme in materia di composizione degli organi dei comuni; il numero dei componenti degli organi non può comunque eccedere i limiti previsti per i comuni di dimensioni pari alla popolazione complessiva dell'ente. Alle unioni competono gli introiti derivanti dalle tasse, dalle tariffe e dai contributi sui servizi ad esse affidati.
Legge 23 novembre 1939, n. 1815 - Disciplina giuridica degli studi di assistenza e di consulenza
(pubblicata
nella G.U.R.I. 16 dicembre 1939, n. 291).
Art. 1.
Le
persone che, munite dei necessari titoli di abilitazione professionale, ovvero
autorizzate all'esercizio di specifiche attività in forza di particolari disposizioni
di legge, si associano per l'esercizio delle professioni o delle altre attività
per cui sono abilitate o autorizzate, debbono usare, nella denominazione del
loro ufficio e nei rapporti coi terzi, esclusivamente la dizione di «studio
tecnico, legale, commerciale, contabile, amministrativo o tributario», seguito
dal nome e cognome, coi titoli professionali, dei singoli associati.
L'esercizio
associato delle professioni o delle altre attività, ai sensi del comma
precedente, deve essere notificato all'organizzazione sindacale da cui sono
rappresentati i singoli associati.”.
La Direttiva 92/50/cee del consiglio del 18 giugno 1992, coordina le procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di servizi (modificata dalla direttiva 97/52/CE) è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale CEE n.. 209 Serie L del 24 luglio 1992.
Art.
2359
Società controllate e società collegate
Sono
considerate società controllate:
1)
le società in cui un'altra società dispone della maggioranza dei voti
esercitabili nell'assemblea ordinaria;
2)
le società in cui un'altra società dispone di voti sufficienti per esercitare
un'influenza dominante nell'assemblea ordinaria;
3)
le società che sono sotto influenza dominante di un'altra società in virtù di
particolari vincoli contrattuali con essa.
Ai
fini dell'applicazione dei nn. 1 e 2 del l° comma si computano anche i voti
spettanti a società controllate, a società fiduciarie e a persona interposta;
non si computano i voti spettanti per conto di terzi.
Sono considerate collegate le società sulle quali un'altra società esercita un'influenza notevole. L'influenza si presume quando nell'assemblea ordinaria può essere esercitato almeno un quinto dei voti ovvero un decimo se la società ha azioni quotate in borsa.
Legge 2 marzo 1949, n. 143 - Approvazione della tariffa professionale degli ingegneri ed architetti.
Il
professionista ha diritto di chiedere al committente il deposito delle somme che
ritiene necessarie in relazione all'ammontare presumibile delle spese da
anticipare.
Durante
il corso dei lavori il professionista ha altresì diritto al pagamento di
acconti fino alla concorrenza del cumulo delle spese e del 90 per cento degli
onorari spettantigli secondo la presente tariffa per la parte di lavoro
professionale già eseguita.
Nel
caso di giudizi arbitrali o peritali il professionista può richiedere il
deposito integrale anticipato delle presunte spese e competenze .
Il pagamento a saldo della specifica deve farsi non oltre i sessanta giorni dalla consegna della stessa; dopo di che sulle somme dovute e non pagate decorrono a favore del professionista ed a carico del committente gli interessi legali ragguagliati al tasso ufficiale di sconto stabilito dalla Banca d'Italia
La
sospensione per qualsiasi motivo dell'incarico dato al professionista non esime
il committente dall'obbligo di corrispondere l'onorario relativo al lavoro fatto
e predisposto come precisato al seguente art. 18.
Rimane
salvo il diritto del professionista al risarcimento degli eventuali maggiori
danni, quando la sospensione non sia dovuta a cause dipendenti dal
professionista stesso.”.
Legge 4 marzo 1958, n. 143 - Norme sulla tariffa degli ingegneri e degli architetti
(pubblicata nella G.U.R.I. del 15 marzo 1958, n. 65)
Articolo unico.
Le
tariffe degli onorari e delle indennità ed i criteri per il rimborso delle
spese agli ingegneri ed agli architetti sono stabilite mediante decreto del
Ministro per la grazia e giustizia, di concerto con il Ministro per i lavori
pubblici, su proposta dei Consigli nazionali riuniti degli ingegneri e degli
architetti, sentite, da parte dei Consigli stessi, le organizzazioni sindacali a
carattere nazionale delle due categorie.
I
minimi di tariffa per gli onorari a vocazione, a percentuale ed a quantità,
fissati dalla legge 2 marzo 1949, n. 143, o stabiliti secondo il disposto della
presente legge, sono inderogabili. L'inderogabilità non si applica agli onorari
a discrezione per le prestazioni di cui all'articolo 5 del testo unico approvato
con la citata legge 2 marzo 1949, n. 143.”.
Legge 23 dicembre 1998, n. 448
Misure di finanza pubblica per la stabilizzazione e lo sviluppo
Art. 45.
c. 14 Disposizioni e interventi vari di razionalizzazione. 14. Le assegnazioni finanziarie alla Regione siciliana attuative di leggi di settore nazionali che, alla data del 31 dicembre 1998, risultino non impegnate o per le quali non sia ancora stato identificato il soggetto beneficiario, possono, con legge regionale, essere riutilizzate per interventi nel settore cui erano originariamente destinate.”.
Razionalizzazione dell'organizzazione delle amministrazioni pubbliche e revisione della disciplina in materia di pubblico impiego, a norma dell'articolo 2 della legge n. 421 del 1992 (modificato dai decreti legislativi 31 marzo 1998 n. 80 e 29 ottobre 1998, n. 287)
Art. 1.
Finalità ed ambito di applicazione. 2. Per amministrazioni pubbliche si intendono tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, le regioni, (le province, i comuni, le comunità montane, e loro consorzi ed associazioni), le istituzioni universitarie, gli istituti autonomi case popolari, le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni, tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, le amministrazioni, le aziende e gli enti del Servizio sanitario
nazionale.
Legge 20 marzo 1865, n. 2248 allegato F
Art. 326.
I
contratti si fanno sempre per la esecuzione di un dato lavoro o di una data
provvista, regolandone il prezzo od a corpo od a misura.
Per
le opere o provviste a corpo, il prezzo convenuto è fisso ed invariabile, senza
che possa essere invocata dalle parti contraenti alcuna verificazione sulla
misura loro, o sul valore attribuito alla qualità di dette opere o provviste.
Per
le opere appaltate a misura, la somma prevista nel contratto può variare, tanto
in più quanto in meno, secondo la quantità effettiva di opere eseguite. Per la
esecuzione loro sono fissati nel capitolato di appalto prezzi invariabili per
unità di misura e per ogni specie di lavoro.”.
Legge 20 marzo 1865, n. 2248 allegato F
Art. 329
In
un medesimo contratto si possono comprendere opere da eseguirsi a corpo, a misura
e ad economia.